Prato, 7 aprile 2013 - Si chiama Stylem Italia ed è l’ultimo nato dei lanifici pratesi, iscritto alla Camera di commercio lo scorso 27 marzo. La particolarità è che a fondarlo non sono imprenditori locali armati di coraggio e ottimismo ma Takisada-Osaka, gruppo giapponese fra i maggiori grossisti mondiali di tessuti che di recente ha esteso l’attività alla confezione grazie a una serie di controllate fra le quali le  «Stylem», operative in Cina, Hong Kong e India.

Takisada-Osaka ha scelto Prato per lo sbarco in Europa di «Stylem». Capitali interamente giapponesi, creatività e know how pratesi: è la formula con cui l’azienda si avvia a segnare una autentica rivoluzione copernicana per la nostra città. Mentre tante imprese chiudono e alcune hanno delocalizzato, ecco un investitore straniero che scommette su Prato. E lo fa per produrre qui tessuti destinati in particolare alla confezione per il mercato cinese sul quale Takisada opera da tempo. Una sorta di riscatto per il nostro distretto. «Che con questa vicenda - afferma Lorenzo Marini, uno dei protagonisti dell’operazione - dimostra di essere tutt’altro che morto come da qualche parte lo si dipinge».

Stylem Italia avrà sede al Macrolotto 2 in via delle Fonti operando secondo lo schema molto pratese dell’impannatore, facendo leva sulla rete dei terzisti per le fasi intermedie della filiera. Assieme a Shinya Nakamori, general manager, lavoreranno un tecnico e un’addetta al back office, entrambi pratesi, appena assunti. Lo scopo (vedere intervista a lato ndr) è realizzare tessuti di fascia sempre più alta per assecondare l’accresciuta disponibilità di spesa e la richiesta di maggior qualità del mercato cinese su cui Takisada-Osaka conta moltissimo.

A far da apripista saranno in qualità di «supervisiori» tre tecnici che lavorano per «Giolica», pratesissimo lanificio da anni al Macrolotto: Nicola Guarducci, tecnico di collezioni e creativo; Lorenzo Marini, tecnico di produzione; Franco Lay che si occupa di organizzazione e commerciale.
«I campionari si orienteranno sulla produzione invernale per donna: da tessuti in lana leggera ai capispalla: uniti e fantasia. Poi verranno ampliati ad altre fasce» spiega Guarducci. «Stylem Italia non sarà un concorrente per i lanifici pratesi: Takisada-Osaka resterà cliente di questi ultimi, attingendo ai loro campionari - aggiunge Lay - Disporre di un’azienda propria significherà per Takisada-Osaka ridurre le distanze fra confezione e produzione di tessuti, in funzione delle esigenze degli stilisti. E chissà se con il trasferimento a Prato il gruppo allenterà un po’ la produzione in Cina, forse non del tutto all’altezza dei nuovi standard qualitativi richiesti da quel mercato».
«L’operazione è avvenuta su conoscenze dirette, senza intermediazioni ‘politiche’, segno ulteriore che il distretto è ancora attrattivo e vitale. Sarebbe bello se fosse il primo passo per un impegno ancor più ampio da parte del gruppo e magari per l’arrivo di altri investitori stranieri», afferma Marini.

Il presidente di Takisada-Osaka è stato più volte a Prato, prima di concludere l’operazione, grazie all’intermediazione quale advisor di Pierluigi Brogi dello Studio Bgs, legato al network Aitc. «I giapponesi avrebbero potuto rivolgersi a Como o Biella, sarebbero entrati in una grande fabbrica trovandosi sotto gli occhi l’intera filiera. Abbiamo accompagnato il presidente in lungo e in largo per il distretto, visitando filature, tessiture, tintorie, rifinizioni fermandosi nelle case degli artigiani che abitano accanto al “magazzino”. Un metodo di lavoro che ha lasciato il segno — racconta Franco Lay — I vertici di Takisada hanno capito che a Prato trovano tutto ciò di cui chi confeziona abiti può avere bisogno».
Piero Ceccatelli