Prato, 28 marzo 2013 - E’ stato visto all’alba da un camionista di passaggio che ha subito allertato i soccorsi. L’uomo era adagiato su fianco in un fosso al lato della tangenziale in viale XVI aprile che porta a Poggio a Caiano, in direzione di Prato subito dopo il distributore Agip.

Il volto era sfigurato e coperto di sangue. Il giubbotto e la maglietta neri alzati fino al petto. Non aveva una scarpa che è stata trovata poco distante dai carabinieri. «E’ morto nella notte — hanno detto dal comando dei carabinieri intervenuti sulla tangenziale —. E’ probabile che sia stato investito da un’auto pirata ma non si esclude nessuna pista».
In viale XVI aprile è arrivata un’ambulanza della Misericordia con il medico che, però, non ha potuto altro che constatare la morte dell’uomo, un cinese di 49 anni. Subito è stato chiamato il medico legale, Alberto Albertacci, che — da un primo esame esterno del cadavere — non ha riscontrato particolari segni di violenza, a parte il volto. La faccia del cinese era completamente sfigurata e coperta di sangue. L’autopsia — che sarà svolta oggi pomeriggio dal dottor Albertacci e dal collega Valter Calugi su incarico del pm Antonio Sangermano — dovrà chiarire da che cosa sono state provocate le ferite al volto e se il corpo presenta fratture causate da investimento. La posizione del cadavere — quando è stato girato è rimasto con un braccio alzato — e le lesioni al viso sarebbero compatibili con un investimento: è possibile che l’uomo sia stato travolto e che il forte impatto a terra gli abbia spappolato il volto.

Fatto sta che sull’asfalto non ci sono segni di frenata, ma ai lati della strada ci sono numerosi vetri infranti che potrebbero essere di un fanalino di un camion o di un’auto. Non si esclude, però, che l’uomo sia morto da un’altra parte e che sia stato scaricato nella notte nel fosso sulla tangenziale. Questa ipotesi è al vaglio degli inquirenti. Certo è che per i cinesi è prassi comune camminare lungo la tangenziale, anche di notte, per raggiungere le fabbriche di Iolo dove lavorano molti orientali. Col buio e vestiti di scuro è difficile vederli.
Il cadavere non aveva addosso i documenti né il cellulare ma è stato identificato nel pomeriggio grazie alle impronte digitali. Il cinese era regolare in Italia, non aveva particolari precedenti, e risultava essere operaio tessile. I carabinieri hanno rintracciato la moglie e i due figli ventenni per ricostruire le ultime ore di vita dell’uomo.

Un’altra ipotesi che non viene scartata, è un collegamento con la rissa avvenuta martedì sera in una tavola calda poco distante dal luogo del ritrovamento del cadavere. La rissa è scoppiata nel locale di via Fossi per futili motivi tra una dozzina di orientali. La metà sono finiti in ospedale per alcune contusioni. Sulla rissa indaga la squadra mobile.
Laura Natoli