Prato, 22 marzo 2013 - L’ASSESSORE Luigi Marroni ha onorato l’impegno preso e ha partecipato agli Stati generali della sanità nella sala consiliare del Comune, ma è tornato via da Prato riconoscendo che effettivamente «la nostra città vive uno stato di discrepanza e sottofinanziamento rispetto alle altre realtà», esordisce l’assessore alla sanità Dante Mondanelli, organizzatore e motore dell’iniziativa. «Il successo della giornata è indiscutibile per la partecipazione — dice Mondanelli —. Quello che è emerso da tutte le voci intervenute è il fatto che Prato sia sottodimensionata rispetto alle sue esigenze. Come amministrazione comunale abbiamo il dovere di farlo sapere alla Regione e all’Asl e lo abbiamo fatto nell’interesse dei cittadini». Mondanelli, ringraziando Marroni per la sua disponibilità ad ascoltare tutti gli interventi dalle 9 della mattina di ieri, ha messo sul tavolo della discussione i numeri e le criticità del sistema sanitario pratese proiettandoli nella rivoluzione sanitaria messa in moto dalla Regione. «Una riorganizzazione che Marroni ha definito un’opportunità. Eppure ci è stato annunciato che se rimangono le disposizioni del Governo, da gennaio 2014 pagheremo tre volte il ticket rispetto a oggi». Sul tavolo della discussione tanti i temi dalla centrale operativa del 118 per la quale «Prato torna a candidarsi»», al numero dei posti letto da tutti presenti ritenuto sottodimensionato rispetto alle esigenze della città alla riorganizzazione della continuità assistenziale (guardia medica), alla demedicalizzazione delle ambulanze sul territorio.
 

MOLTO ATTESO l’intervento dell’assessore regionale Marroni, che è stato animato da tre attivisti del partito umanista che hanno esposto dei cartelli con scritto «La salute non è una merce. Sanità gratuita per tutti». «Abbiamo dovuto fare la riforma in tempi stretti dettati dalle nuove condizioni : non è una riforma di spending review, ma contiene un forte potenziamento del territorio puntando alla qualità dei servizi. E’ una grossa opportunità per i professionisti impegnati nella costruzione fisica del nuovo ospedale ma anche nella riorganizzazione del sistema sanitario. E’ un modo per riventare il proprio lavoro». L’assessore regionale conferma «la presenza dell’oncologia a Prato che a Galciana potrà distendersi in locali dedicati a questa attività. Come Regione abbiamo dati quei due milioni e mezzo necessari per sbloccare la questione della viabilità». Alla contestazione sul numero dei posti letto risponde: «Nel nuovo ospedale ci vanno i letti che ci vogliono, nè uno di più nè uno di meno. Dobbiamo pensare all’assistenza non al numero di letti. un letto che non serve è un peso per la società». A Prato c’è un tasso di occupazione dei posti letto oltre l’80%, molto alto rispetto a qello di altre realtà. Oggi si lavora su 532 ai quali vanno sommati quelli in covenzionamento con altre realtà locali.
Marroni risponde anche alla protesta chiara delle associazioni di volontariato: «Abbiamo un dialogo aperto con loro. Per l’ultimo anno abbiamo dato 84 milioni fra contributi e rimborsi servizi, ma dal 2012 è cambiato il sistema di rendicontazione: certo è che non si lasceranno ambulanze senza benzina, ma è necessario rimodulare i servizi. I toscani e i pratesi devono riorganizzarsi deve cambiare tutti un po’ per cambiare tutti insieme».
SONO STATI tanti gli interventi  della società civile, istituzione, del mondo delle associazioni e dei professinosti che si sono susseguite nel corso della mattinata.
«Ci preoccupa molto la riduzione die posti letto perché la sentiamo come una imposizione — ha detto Marzia De Marzi in rappresentanza del Palazzo delle Professioni —  alla quale ci dobbiamo adeguare e creerà emergenza sociale. Sarebbe opportuno attivare accreditamente con realtà private perché così si potranno dare opportunità in più per il territorio».
Per Fabio Nesti del gruppo giovani Cpap (Comitato provinciale area pratese) «sarebbe vantaggioso riutilizzare il vecchio ospedale per le strutture intermedie e per lasciarci un secondo punto di soccorso avanzato e anche la centrale del 118». Luigi Biancalani, presidente dell’Ordine dei medici di Prato, ha ribadito la preoccupazione per la tenuta del sistema sanitario in vista dell’apertura del nuovo ospedale per intensità di cure. «Il territorio non è pronto, siamo in ritardo con le cure intermedie e si dovrebbe maggiormente puntare sull’appropriatezza di prescrizioni». Leonardo Angeletti dei pensionati della Cna si dice «disponibile a collaborare con le istituzioni sul versante della informazione e dei servizi, come per esempio  attivare la carta sanitaria. Basta ricordarsi che il volontariato deve essere trattato alla pari e non a costo zero». Da dentro al sistema sanitario l’intervento di Rodolfo Cambi, anestesista e rappresentante dell’intersindacale medici ospedalieri, che critica la «mobilità del personale medico previsto dalla riforma: lo si può fare, ma solo se vengono mantenuti certi parametri perché noi lavoriamo sulle persone. Chiediamo il mantenimento dell’unità operative e delle guardie notturne specialistiche. Dovrebbero essere valorizzate le nostre eccellenze, senza svendere niente ad altre aziende».
 

INTERVENTO forte, chiaro e a certi tratti duro quello di Franco Bigagli, presidente della Pubblica Assistenza L’Avvenire, che ha parlato a nome delle tre associazioni di volontariato. «Noi associazioni per come sono organizzate adesso, sono costrette a chiudere — ha detto — la responsabilità l’attribuisco ai politici che  dicono che il volontariato è una risorsa a cui non si può rinunciare, ma in realtà.... Abbiamo riscosso ora grazie all’Asl di Prato quanto ci spettava per i servizi dell’anno passato,ma per il 2013 non sappiamo come muoverci, non abbiamo possibilità di programmazione perché non sappiamo quali saranno le nostre spettanze e non sappiamo come fatturare. Dobbiamo fare uno sciopero e mantenere solo i servizi del 118. Siamo trattenuti a fare questa protesta perché a farne le spese sarebbero i cittadini. Siamo fermi con le tariffe di sei anni fa, ma nessuno ci ascolta. Anche l’utilizzo dell’automedica è risultato dispendioso e inutile».


Sono seguiti altri interventi dei rappresentanti sindacali Lorenzo Pancini della Cgil e Massimo Cataldo della Cisl. «C’è bisogno di mettere mano quanto prima alla riorganizzazione dei presidi distrettuali — dice Pancini — Prato poi chiede che venga riorganizzata l’emergenza». «Non è da sottovalutare il fatto che il trsloco dell’ospedale avvenga nel periodo estivo, quando l’organico è ridotto — aggiunge Cataldo della Cisl — Auspichiamo maggiore trasparenza nel cambiamento».