Prato, 9 ottobre 2012 - «NEI SUPERMERCATI cittadini i lavoratori stanno bene». Dopo la protesta ai Gigli dei familiari dei dipendenti dei centri commerciali, che sono costretti a lavorare quasi tutte le domeniche ricevendo in qualche caso solo una piccola maggiorazione in busta paga, ieri sono intervenuti i rappresentanti della grande distribuzione. E se a Natale tutti resteranno chiusi, nessuno si sbilancia su Santo Stefano e Capodanno. Di sicuro si arriverà al 25 dicembre con il pieno di aperture.

 

«Il 90 per cento dei nostri dipendenti è soddisfatto e non si lamenta perché guadagna di più: apriamo tutte le domeniche ma ogni domenica lavorata per noi vale come lavoro festivo ed è pagata meglio — spiega Tommaso Signorini della Conad — In un momento di crisi come questo fa comodo a tutti guadagnare meglio». Oltretutto, «stare aperti ogni domenica è un grande servizio per i clienti, che sono soddisfatti. E il bilancio è positivo: c’è una notevole affluenza e anche un considerevole numero di vendite» E le aperture straordinarie delle festività natalizie? «A Natale staremo chiusi — spiega Signorini — Per Capodanno o Santo Stefano dobbiamo ancora decidere, non c’è ancora niente di certo».
 

 

E’ diversa invece la posizione della Coop: «Il nostro atteggiamento riguardo alle aperture domenicali è sempre stato piuttosto prudente, non è qualcosa di obbligatorio — spiegano dall’azienda — La domenica si possono fare altre cose, non solo andare nei centri commerciali, inoltre molte persone hanno famiglia e obbligarli a lavorare i festivi crea loro molti disagi». Quindi, «se in un primo momento abbiamo aperto sempre, poi abbiamo deciso di aprire solo due domeniche al mese — continuano da coop — Prima della liberalizzazione ne aprivamo solo una, quindi il cambiamento non è stato così radicale: i nostri dipendenti fanno parte del comitato contro le liberalizzazioni e sono solidali con gli altri, ma non abbiamo riscontrato particolari proteste. In fondo, siamo uno dei soggetti commerciali più sensibili alle esigenze del personale». Coop sarà chiusa quindi per ogni festività, Natale, Capodanno, Pasqua e tutte le altre: «Essendo operatori nel campo commerciale-alimentare sappiamo che i consumi delle persone sono sempre gli stessi: aprire sei o sette giorni cambia poco. Anzi, prima servirebbe mettere un po’ di soldi nelle tasche, perché con questa crisi il potere d’acquisto è molto calato».
 

 

Dal gruppo Esselunga infine, fanno sapere che non ci sono particolari proteste perché i dipendenti scelgono volontariamente di lavorare la domenica seguendo dei turni. Il riscontro delle aperture è positivo ma ancora non è stato deciso niente per le aperture nel periodo natalizio.
Martina Nesti