Prato, 16 luglio 2012 - L’HANNO trovata ferita e impaurita mentre vagava fra via Nino Bixio e la via Montalese, nella zona del Mulino, a Montemurlo. La cerva, un bell’esemplare femmina di 5 anni e dal peso di 130 chilogrammi, è stata avvistata da alcuni automobilisti nel cuore della notte, intorno alle due tra sabato e domenica, che hanno allertato i carabinieri locali. Sul posto sono giunti militari dell’Arma insieme ai vigili del fuoco del distaccamento di Montemurlo: per il recupero della bestia ferita è stato necessario l’intervento delle Gav, Guardie ambientali volontarie, e della dottoressa Giuliana Giuliani, veterinaria convenzionata e volontaria lei stessa nel recupero e assistenza di fauna.

NON È stato facile bloccare l’animale tanto che la veterinaria ha dovuto anestetizzarla per poterla trasportare in un luogo sicuro e iniziare a praticarle le prime cure. Ferite profonde sono state riscontrate a livello del costato provocate da un laccio di qualche trappola da bracconiere che sicuramente la povera bestia ha trovato nel suo percorso dalle montagne d’intorno e che l’hanno spinta a scendere a valle quasi come per chiedere aiuto. Le Gav stanno ricostruendo quello che è accaduto all’ungulato: la cerva sarebbe riuscita a strappare il laccio della trappola che le ha causato lesioni al collo, oltre che a una grossa e profonda ferita di circa dieci centimetri sulla zampa posteriore sinistraa. La profondità della ferita fa ipotizzare che l’animale sia rimasto incastrato in una trappola tipo tagliola. La cerva è stata trasferita in un ambiente ampio in un allevamento di cavalli a Iolo, dove la dottoressa Giuliani ha potuto allestire una sala operatoria e compiere un intervento chirurgico sull’animale. Purtroppo, però, nonostante le cure immediate, la cerva è morta, forse, proprio per quella profonda ferita al collo. Le Gav presenteranno denuncia alla Procura per uso di mezzo proibito. La carcassa sarà recuperata dall’Asm per lo smaltimento.
 

LA POLIZIA PROVINCIALE, che ha affidato alle guardie ambientali volontarie il recupero della fauna selvatica, ha cercato per il momento di far fronte a un problema che la provincia di Prato, penalizzata dal progetto di abolizione, non è riuscita per ora a sanare, malgrado l’impegno delle gav, guardie ambientali volontarie. A risentirne sono i cittadini abituati per decine di anni a convogliare gli animali a Galceti e il problema è che a provvedere è personale professionistico come forze dell’ordine e vigili del fuoco, sottratto alle mansioni di più stretat competenza. Che succederà con l’area vasta in embrione? Il Centro di Scienze Naturali non potrebbe diventare punto di sosta temporanea per la fauna in difficoltà recuperata?
 

Sara Bessi
Ranieri Ghiardi