Prato, 23 giugno 2012 - «Il Comune di Prato dia la cittadinanza onoraria al Dalai Lama». Ad avanzare la proposta è Leonardo Soldi, capogruppo della Lega Nord Toscana in Comune a Prato nonché segretario cittadino del Carroccio pratese. Per Soldi, «la vicenda del mancato conferimento della cittadinanza onoraria al Dalai Lama da parte del Comune di Milano rappresenta una sconfitta della democrazia e della libertà. Il compagno Pisapia, richiamato all'ordine dal governo cinese, si è rimangiato quanto già concordato con le forze politiche che lo sostengono, condannando la sua città ad una pessima figura di proporzione planetaria». Da questa vicenda, il capogruppo del Carroccio propone che al Dalai Lama venga conferita quella pratese.

 

«A Prato – evidenzia l'esponente leghista – è presente la più grande comunità cinese d'Europa in proporzione al numero dei cittadini. In più, nella nostra città, i cittadini cinesi beneficiano da sempre di quei valori che per noi non sono negoziabili: democrazia e libertà. Pertanto, ritengo opportuno dare un segnale forte alla città e al Paese, e mi auguro che il sindaco Roberto Cenni e le forze politiche rappresentate in Consiglio comunale vogliano offrire la cittadinanza onoraria del Comune di Prato al Dalai Lama e successivamente invitarlo per una cerimonia ufficiale.

 

Il Dalai Lama per il Tibet, così come il Mahatma Gandhi per l'India, Nelson Mandela per il Sud Africa o San Suu Kyi per la Birmania, è un faro che alimenta la speranza di democrazia e libertà per il suo popolo e per tutti noi. Mettere in discussione un riconoscimento di fatto già stabilito, in ragione di un ricatto di natura economica, dimostra l'aridità morale e politica della giunta comunale milanese di estrema sinistra guidata da Giuliano Pisapia. Non dobbiamo dimenticare – termina Soldi – che la dittatura imposta alla Cina da un feroce partito comunista, al netto dello sfrenato capitalismo di facciata, è il modus operandi con il quale il suo Governo pretende di relazionarsi col resto del mondo, Italia compresa. Ciò è inaccettabile e Prato deve dare un chiaro messaggio sia al Governo cinese che alla Penisola».