Prato, 20 giugno 2012 - Alessandro Diamanti non ha dubbi: ''Gli inglesi nel calcio sono trent'anni avanti agli italiani per quel che riguarda il contorno: stadi e tifosi, diciamo. Ma sul campo e' migliore, piu' bello e piu' divertente il pallone giocato alla nostra maniera''. Il calciatore pratese parla con cognizione: da giocatore del Bologna ha frequentato la premierleague qualche anno fa, una stagione nel West Ham allenato da Gianfranco Zola.


Una trentina di presenze con 7 gol, e la possibilità di giocare con una delle stelle di questa Inghilterra, il capitano Scott Parker. ''Un grande, un top player, un guerriero. No, non l'ho piu' visto ne' sentito da quando ho lasciato il West Ham''. Anche perché non saprebbe in che lingua parlarci: Diamanti ha bisogno di traduzione per le domande dei giornalisti inglesi, e concede risposte solo in italiano ai sorpresi cronisti britannici. Se non altro però parla chiaro, per quanto possibile. ''Noi siamo piu' forti, lo dice la storia: ma attenti alla gara secca nella quale tutto puo' succedere''. E poi: ''Questa e' una partita che a lungo ho potuto sognare di giocare solo alla playstation. Ho avuto il merito di insistere sempre, anche quando giocavo in interregionale: non ho mai mollato. E nella vita se ci sono qualita' alla fine vengono fuori''.


Parla delle sue emozioni, Diamanti: ''E' stato bello giocare, debuttare a quest'europeo. Anche se per la verita' ero piu' emozionato al momento dell'inno, quando lo cantavano anche i tifosi irlandesi''. I cronisti Rai, che lo hanno eletto ''capo ultra' azzurro'' per la partecipazione emotiva in panchina, gli chiedono con insistenza di questo suo ruolo: Diamanti, vagamente infastidito, replica: ''Certo che tifo, come tutti. Ma come tutti penso essenzialmente a giocare al massimo: anche nella partitella di allenamento che sto andando a fare''. Se le domande sul suo tifo in panchina non lo entusiasmano, quelle di matrice britannica su Balotelli portano a zero il suo grado di interesse. ''Fa parte dei 23 - replica- e si allena come tutti.


E' motivato dal fatto di giocare contro l'Inghilterra? E ci mancherebbe, e' un quarto di finale dell'europeo...''. Non vuole parlare del boicottaggio politico alle gare in Ucraina (''io gioco a pallone e vado a Kiev, certe domande vanno poste in altre sedi''). Piuttosto, prevede un'invasione di inglesi, ''anche se mi piacerebbe tanto arrivassero in massa i tifosi italiani''. Ricorda con affetto il quartiere di Prato in cui e' nato, Santa Lucia, che ha mandato in azzurro in precedenza Paolo Rossi e Bobo Vieri. ''Li' c'e' una societa' in cui mio nonno forma ragazzini inculcando loro i valori giusti. E' questo il segreto per crescere bene, anzi e' proprio il segreto della felicita'''. Chiude con un omaggio a Pirlo (''e' il piu' grande giocatore del mondo'') e una promessa. ''Quella punizione con la Crozia mi ha detto di tirarla proprio Pirlo, la barriera si e' messa a cinque metri e l'ha neutralizzata. Ma da li' io non sbaglio, ricordatevelo se mi ricapita''. Senza bisogno di traduzione, i cronisti inglesi prendono diligentemente nota.