Prato, 8 maggio 2011 - Fra gli ultimi post sulla bacheca di Facebook, Desiré Zumia, la 34enne palermitana massacrata di coltellate dal marito, Giuseppe Milazzo, 38 anni, aveva inserito una canzone dei Modà. La musica era una delle sue passioni: tutto spazzato via in un venerdì di inimmaginabile follia nella casa acquistata in via Firenze. Lo ricorda la sorella maggiore, che insieme ai genitori, uno zio ed altri parenti si è precipitata a Prato, dopo aver appreso la terribile e incredibile notizia; alloggiano in un hotel della città.

 

"L’abbiamo vista ieri e io le ho dato un bacio sulla fronte. Aveva un’escoriazione — dice fra le lacrime la sorella maggiore che vive e lavora a Gallarate — Di Desirè abbiamo deciso di donare le cornee". Un gesto di grande generosità da parte di una famiglia straziata da un dolore indicibile e indescrivibile che la dice lunga su una famiglia, quella di Desirè, molto unita, ricca di valori umani e capace di sopportare con dignità ammirabile una ferita insanabile. Una ferita che cambia la vita. Inevitabilmente. "Quando ho ricevuto la telefonata, ho pensato in un primo momento a mio padre..ero in ufficio e mi è crollato il mondo addosso", ricorda la sorella.

 


La madre di Desirè è seduta su un divano. Piange al telefono con un’amica: le sue parole gridate di sofferenza per la morte violenta della figlia toccano le corde più profonde di chi le sta accanto. Ricorda la bellezza di sua figlia. E Desirè lo era davvero. "Sì, assomigliava a Carla Bruni e Simona Ventura. Al suo matrimonio celebrato lo scorso anno era bellissima". Ma era anche una donna con la testa sulle spalle: "Determinata, precisa, era un'ariete — aggiunge la sorella — che nella sua vita ne ha passate tante, ma che ha sempre saputo andare avanti".

 

Una donna forte nonostante la fragilità fisica di una taglia 40, una ragazza che salita dalla Sicilia ha saputo adattarsi ad andare a lavorare in fabbrica, in filatura. Poi sono iniziati i primi contratti a progetto alla gioielleria 'Stroili Oro' ai Gigli (lei aveva già lavorato in un negozio di gioielli a Palermo) fino a diventare una figura di riferimento del negozio. I familiari confermano che Desirè e Giuseppe avevano avviato una fase di separazione, a un anno dalle nozze e dopo una decina di convivenza. "Ma niente ci faceva presagire che potesse succedere una disgrazia di questo genere — dice un parente — Non ci sono mai state discussioni, mai liti, mai denunce..quello che abbiamo appreso lo abbiamo letto dai giornali".

 

Un fulmine a ciel sereno per la famiglia di Desirè. "Il marito era molto geloso di mia sorella, ma Desirè era responsabile e sempre insieme alle figlie. Noi non sappiamo come è andata, cosa sia successo...". Eppure la coppia, come riferiscono i parenti, aveva deciso di avere un figlio. Gravidanza cercata, voluta, ma finita male, perché Desiré ha perso il piccolo al quarto mese di attesa, nel mese di settembre. Su Giuseppe non una parola di più se non è che è uguale alla figlia piccola, nata dall’unione con Desiré. I parenti attendono che il medico legale esegua l’autopsia sulla salma del giovane caduta sotto i fendenti di quello che riteneva l’ 'uomo della sua vita' per poi seppellirla a Palermo o nella tomba di famiglia a Piazza Armerina.