Prato, 25 novembre 2010 - POSIZIONE contraria alla completa liberalizzazione delle aperture domenicali dei negozi in centro storico. E’ l’esito dell’assemblea degli iscritti alla Confesercenti, riunitisi per discutere sulle deroghe al calendario festivo dei negozi del centro storico. A riferirlo è Mauro Lassi, presidente comunale di Confesercenti Prato, riassumendo le numerose perplessità emerse e dibattute a fondo dagli intervenuti.
«Non siamo pregiudizialmente contrari, ma a nostro avviso il passaggio repentino da diciannove a tutte e cinquantadue domeniche non trova giustificazione in serie e concrete motivazioni di carattere economico per il commercio di vicinato». «Fra l’altro — prosegue — non risultano studi che dimostrino prospettive positive in tal senso; senza contare il fatto che registriamo ormai da tempo cali di reddito e di capacità di acquisto delle famiglie; è il distretto in particolare sofferenza».

 

Lassi sottolinea che Prato «non è certo, in questo momento, alla stregua di città che per tradizione e per la natura del loro territorio (Firenze, Viareggio), da sempre, hanno le attività commerciali aperte tutte le domeniche» in quanto la nostra città «non può offrire le presenze turistiche di quei centri ».
LASSI invita poi a non dimenticare «le problematiche di gestione e dei costi connessi per le attività commerciali», e a considerare il «repentino cambiamento di vita dei commercianti e dei loro dipendenti» che ciò comporterebbe.

 

Per Lassi dev’essere gestito «nel modo migliore possibile» l’accordo di area metropolitana «che ha faticosamente raggiunto un nuovo equilibrio, e su questo lavorare affinché sia valorizzato attraverso un programma di eventi e iniziative, di concerto ad una promozione adeguata. Solo dopo avremo la possibilità di valutarne i risultati, sia per le presenze che per le vendite effettuate».
«In conclusione - sottolinea Lassi - dobbiamo governare un processo di cambiamento attraverso un confronto con la categoria, ed è per questo che chiediamo la sospensione della delibera e la riapertura del confronto dopo il Natale».