Prato, 24 GIUGNO 2010 - QUATTORDICI società toscane, tra le quali il Maliseti, e una cinquantina di calciatori all’epoca dei fatti tra i 15 e i 16 anni. E’ il cuore dell’indagine della Procura federale della Figc sullo scandalo dei baby calciatori reclutati nel Mezzogiorno d’Italia. Una volta in Toscana, i ragazzini non arebbero stati seguiti adeguatamente né per quanto riguarda la loro integrità fisica né per l’aspetto educativo.

 

Tutto ruota attorno alla figura di Antonio Improta, sedicente talent scout, e alla società Mondo Sport di Poggibonsi. Improta avrebbe in più occasioni proposto a diverse società toscane, tra le quali appunto il Maliseti, l’integrazione dei propri organici con alcuni ragazzi provenienti dal Sud, spesso da famiglie economicamente in situazioni non floride. Al vitto, all’alloggio e alla frequenza scolastica avrebbe provveduto lui. Ed ecco il punto: la maggior parte di questi calciatori in erba alloggiava all’Hotel Europa di Poggibonsi, compresi tre dei quattro in forza al Maliseti nella stagione 2008/2009. Un albergo a tre stelle, ma non secondo i ragazzi.

 

Nelle loro deposizioni ai delegati della Procura, i baby calciatori hanno raccontato di tutto di più. Poco cibo ai pasti, consumati in tavolate di venti per volta in uno scantinato, con un menu che a volta andava dalla mezza fettina di carne al singolo bastoncino di pesce, tanto che due ragazzi in forza al San Donato Tavarnelle hanno raccontato di aver perso dieci e quindici chili. Per avere più cibo, secondo il racconto di un tesserato del San Donato, l’Improta avrebbe lanciato delle scommesse legate ai risultati: in caso di vittoria, le razioni aumentavano. E la scuola? Nessuno se ne interessava: quasi tutti i ragazzi raccontano di essere stati iscritti ma di aver frequentato poco o niente.

 

IN QUESTO contesto, il Maliseti è coinvolto per la posizione di tre giocatori poco più che sedicenni, che alloggiavano a Poggibonsi. Una posizione marginale rispetto ad altre società: i ragazzi non sono stati ascoltati. Secondo l’accusa, la società non avrebbe effettuato controlli sulla sistemazione, sulla qualità e quantità del vitto, sul rendimento scolastico, sulla vita extracalcistica di ragazzini portati in Toscana da regioni come Sicilia, Campania, Puglia.

 

E, d’altra parte, come avrebbero potuto studiare adeguatamente se tutti i giorni dovevano percorrere un’ora e 50 di tragitto per raggiungere Prato? C’è anche un giallo nel giallo: uno di questi calciatori sarebbe arrivato dopo un provino non autorizzato e svolto sul campo della Rondinella. Ma su questo aspetto le versioni di presidente e ds da una parte, vale a dire Gianni Luca Pacini e Patrizio Vannucchi, e dell’allenatore della squadra Salvadori dall’altra, sono divergenti. Una posizione non particolarmente scomoda, quella del Maliseti, rispetto a molte delle altre società coinvolte. I sodalizi ascoltati dagli ispettori della Procura sono Sansovino, Certaldo, Montelupo, Gracciano, Colligiana, Maliseti e otto della provincia di Firenze: San Donato Tavarnelle, Vicchio, Galluzzo, Dlf, Lastrigiana, Olimpia, Lanciotto. Il 29 a Coverciano la commissione disciplinare ascolterà le società e i dirigenti coinvolti e forse già in quella datà ci sarà un giudizio.