Prato, 23 gennaio 2010 - L’idea e’ quella di realizzare un prodotto italo-cinese e di farlo distribuire alle grandi catene della moda a partire, ad esempio, da Zara e H&M. Più facile a dirsi che a farsi, ma il sindaco, in questo caso prendendo a prestito le sue conoscenze da imprenditore, ci sta provando.

Cenni sta lavorando da tempo a questo progetto che si basa su una reciproca convenienza: i pratesi potrebbero fornire le stoffe ai cinesi e gli orientali confezionarle realizzando capi di abbigliamento di largo consumo, con contenuti di moda e innovazione ma a prezzi accessibili, che verrebbero distribuiti da catene famose e quindi consentirebbero loro anche di fare un salto di qualità.

In sostanza si tratta di quel famoso completamento o allungamento della filiera che ormai soltanto l’integrazione delle aziende orientali può garantire e Cenni in questo caso sta lavorando a monte e a valle. Con i controlli ed i blitz come quelli di martedì in via Rossini il comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza, nel quale il Comune è un attore protagonista, vuol fare capire che non conviene restare nell’illegalità, e questo è il lavoro a monte; attraverso i contatti con le grandi catene di distribuzione il sindaco punta invece ad avere una carta in mano per offrire un canale commerciale ghiotto ai confezionisti e rendere economicamente più vantaggioso emergere dal distretto illegale, e questo è il lavoro a valle.

 

Nel progetto ad esempio c’è l’ipotesi di sottoscrivere un impegno con le catene della distribuzione moda nel quale sarebbero specificati alcuni punti vincolanti: produzione nel rispetto delle norme e con tessuti del distretto, magari attraverso un marchio specifico.

Con questa piattaforma i cinesi di Prato avrebbero un canale commerciale nuovo e stimolante, le ditte pratesi potrebbero scoprire nuovi clienti in casa e l’amministrazione pubblica forse dovrebbe dare la caccia a meno evasori, aziende fantasma, clandestini e imprenditori-sfruttatori.

«Il distretto può offrire creatività, contenuti moda, innovazione e professionalità e realizzare un prodotto, attraverso l’allungamento della filiera e l’integrazione delle aziende cinesi, che rispetti il tradizionale target di riferimento a prezzi accessibili», sottolinea il sindaco.

 

Quello che vuole Cenni, insomma, è innescare un processo virtuoso in cui tutti ci possono guadagnare qualcosa, condizione fondamentale per convincere gli orientali ad emergere dall’illegalità diffusa.

Non è facile, ma il sindaco ha già portato avanti i primi contatti ed aspetta risposte a breve. Ha fatto anche un viaggio a Milano del quale attende i frutti e chissà che l’idea di sbarcare, magari, nei negozi di Zara ed H&M, facendo un prodotto di qualità comprato a Prato invece che in Cina, davvero made in Italy e non taroccato, alla fine non piaccia anche ai cinesi.