Cane bruciato tra gli scarti tessili. Vergogna in un campo a Iolo

La carcassa lasciata al bordo della strada. Da chiarire le cause

Il cane rimasto bruciato tra gli scarti tessili a Iolo

Il cane rimasto bruciato tra gli scarti tessili a Iolo

Prato, 30 giugno 2016 - Una scena agghiacciante che avrebbe sperato di non trovarsi mai di fronte. Un cane bruciato insieme agli scarti tessili di una ditta cinese abbandonati in un campo a Iolo. E’ quella che ieri mattina si è trovato di fronte il proprietario di un campo sulla strada che porta alle Caserane. «Gli scarti tessili erano lì dal giorno precedente – spiega l’uomo ancora sotto choc – Erano buttati ai bordi del campo in alcuni scatoloni con alcune scritte in cinese. L’abbandono dei rifiuti, soprattutto gli scarti tessili, è una brutta un’usanza da queste parti. Ma quando ho visto il cane semibruciato in mezzo ai rifiuti non volevo credere ai miei occhi. Spesso i cinesi bruciano i rifiuti in questi campi, ma questa volta è stato superato ogni limite. Perché dare fuoco a un cane?». Un piccolo giallo che dovrà essere chiarito. Era già morto e volevano disfarsi della carcassa? E’ finito nel fuoco per caso? O lo hanno bruciato di proposito? Un episodio vergognoso sul quale – ci auguriamo – venga fatta chiarezza.

Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco: l’incendio ieri mattina era già stato spento e il luogo delimitato con una fettuccia, mentre la carcassa annerita dell’animale è rimasta sul ciglio della strada. E’ l’apotosi di una vergogna che si ripropone giornalmente con cumuli di rifiuti accatastati ovunque in città, più o meno da quando i cassonetti hanno ceduto il posto al «porta a porta». La città è diventata una discarica a cielo aperto dove spazzatura, ma anche scarti di lavorazioni industriali, vengono abbandonati dove capita: nei campi, alle Cascine di Tavola o ai piedi dei pochi cassonetti rimasti, come nella zona del Soccorso dove la raccolta porta a porta partirà tra qualche settimana. Il fenomeno dell’abbandono incondizionato non risparmia nessun quartiere trasformando la città in una pattumiera a cielo aperto.

E’ chiaro che l’alta presenza di stranieri rende difficile un corretto conferimento dei rifiuti, soprattutto per le aziende cinesi che spesso – si scopre – non hanno neppure il contratto con Asm per il ritiro dei rifiuti. Un fenomeno sotto gli occhi di tutti vista l’enorme quantità di sacchi (i famigerati «sacchi neri») con rifiuti tessili buttati non solo ai piedi dei cassonetti ma anche nei campi e nelle aree verdi. Quella di ieri a Iolo è stata una scena disgustosa come mai penseremmo di vedere in una città che tende a definirsi «civile».