Ambulatori chiusi il 19 maggio

I medici di medicina generale sono sul piede di guerra e proclamano una giornata nazionale di astensione dal lavoro

Un medico

Un medico

Prato, 14 maggio 2015 - I medici di medicina generale sono sul piede di guerra e proclamano una giornata nazionale di astensione dal lavoro per il 19 maggio. «Ovviamente se non si aprono degli spiragli di trattativa e ce lo auguriamo – spiega Alessandro Benelli, segretario pratese della Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale), sindacato rappresentativo dei medici di famiglia – Il motivo dello stato di agitazione non è da ricercare in questioni e rivendicazioni di carattere economico. Semmai si tratta di una rivendicazione di carattere professionale». Uno dei nodi da risolvere è da rintracciare in quello che potrebbe eliminare quel rapporto fiduciario che si viene a creare fra medico e paziente con l’attuazione della riforma del decreto Balduzzi

Ma non solo: l’azione di protesta è rivolta alla Conferenza delle Regioni per la mancata attuazione della legge numero 189 del 2012 (appunto il decreto Balduzzi) che prevede l’obbligo per le Regioni di pervenire alla stipula degli accordi collettivi nazionali per la medicina generale entro 6 mesi. Attualmente le trattative risultano sospese da circa 6 mesi.

Lo sciopero se non sarà sospeso o revocato, è fissato per il 19 maggio e sarà così articolato: i medici di medicina generale dell’assistenza primaria chiuderanno gli studi dalle 8 alle 20. I dottori garantiranno, quali prestazioni indispensabili, le visite domiciliari urgenti, le visite in assistenza programmata a pazienti terminali, le prestazioni di assistenza domiciliare integrata (Adi) oltre ad ulteriori prestazioni definite nell’ambito degli accordi regionali.

I medici di continuità assistenziale si asterranno dal lavoro dalle 20 alle 24 del 19 maggio e saranno garantite le prestazioni indispensabili. I medici di emergenza sanitaria si potranno astenere dal lavoro dalle 8 alle 12 del 19 maggio, sempre matenendo garantite le prestazioni indispensabili. Medesimo orario di sciopero per i medici impiegati nei servizi territoriali dalle 8 alle 12. Infine, la modalità di sciopero per i medici penitenziari è il non accesso negli istituti penitenziari.

«La Fimmg ribadisce che l’inerzia non trova alcuna giustificazione nella crisi economica cui il Paese è soggetto – scrive Giacomo Milillo, segretario generale nazionale Fimmg – Il rinnovo deve avvenire a costanza di risorse e la la riscrittura della Convenzione costituisce momento fondamentale per l’improcrastinabile riorganizzazione dell’assistenza primaria e quindi anche per un uso più razionale delle risorse messe a disposizione per il finanziamento del servizio sanitario nazionale».

Sara Bessi