Allergie fuori stagione, fioriture in anticipo

Una seconda primavera per graminacee ed erba vetriola

Allergie

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Prato, 9 gennaio 2016 - I cambiamenti climatici con temperature fuori la norma hanno fatto sì che anche a Prato sia sbocciata una seconda primavera. Un fuori stagione che come in altre parti d’Italia ha avuto ripercussione e ricadute sulla salute dei cittadini, in particolare ha causato un’impennata nelle allergie respiratorie legate alla fioritura imprevista di parietaria (conosciuta anche come erba vetriola) e delle graminacee. «I catturatori di pollini, che sono dislocati in varie zone della Toscana, hanno rilevato un picco per la parietaria e per le graminacee a settembre ed ottobre con livelli uguali a quelli riscontrabili a maggio-giugno. Si può parlare tranquillamente di una seconda primavera per queste due piante allergeniche – affermano Alessandro Farsi, direttore dell’Unità operativa semplice allergologia e immunologia clinica azienda Toscana Centro e Lorenzo Cecchi, uno dei dirigenti medici insieme a Francesca Chiarini – Ciò significa che i pazienti si sono dovuti curare più a lungo, quasi senza interrompere la cura proprio per questi mutamenti climatici. Adesso dovremo valutare in base ai gradi giorno di questi ultime settimane se si avrà una fioritura in anticipo del cipresso. Una probabilità molto realistica. Del resto l’aumento delle temperature impone uno stress sulle piante che possono produrre pollini più aggressivi dal punto di vista allergenico oltre a a far partire prima la fioritura».

I due picchi di graminacee ed urticacee sono stati rilevati da Arpat ed elaborati dal Centro di bioclimatologia di Firenze. Non solo le piante ma anche le PM10, le polveri sottili, hanno causato disagi ai pratesi affetti principalmente da asma allergica. «Numerosi pazienti si sono lamentati in queste settimane di irritazioni fastidiose a livello laringotracheale e di tosse secca – spiega Farsi, che di recente è stato nominato segretario della Società italiana di allergologia asma immunologia clinica (Siaaic) – Un problema che è legato all’aumento delle polveri sottili. Anche la persistenza della nebbia ha fatto sì, per esempio, che pollini e polveri siano state compresse più verso il basso».

L’aumento e l’anticipo della fioritura, il freddo che non c’è più, le polveri sottili sono un mix con pesanti ricadute sui soggetti allergici che anche a Prato si attestano sul 20-25% della popolazione con un migliaio di asmatici seguiti dal servizio sanitario pubblico pratese con le sue 9mila visite annue. «Fra i cambiamenti climatici, contribuiscono a peggiorare la situazione dei pazienti anche le piogge che da qualche tempo a questa parte sono meno frequenti, ma più violente – chiosa il dottor Cecchi, che collabora con il Centro interdipartimentale di bioclimatologia dell’Università di Firenze – Si parla di asma da temporali: le precipitazioni più forti riescono a distruggere i pollini e li rendono più respirabili e perciò più nocivi per chi soffre di asma».

C’È POI chi liquida gli stati di alterazione come semplici raffreddori, quando invece ad un’analisi più accurata con una visita dagli specialisti risulta essere invece rinite allergica. «Troppo spesso sono sottovalutate certe persistenze di eventi ritenuti semplici raffreddori – dice Farsi – la rinite non controllata a dovere è rischiosa per l’asma. Per chi sa di soffrire di certe patologie, il suggerimento è di proseguire la terapia e cercare di adeguare il proprio stile di vita alle mutazioni climatiche».

Il dottor Cecchi sta lavorando ad un progetto europeo Ais Life proprio per conoscere la concentrazione dei pollini che permetterà ai pazienti di dosare adeguatamente la cura e di gestire la propria vita in base alle informazioni sugli allergeni. «In Toscana stiamo lavorando alla stesura della mappa di rischio di esposizione ai pollini – conclude Cecchi – A livello europeo abbiamo intrapreso una battaglia perché anche i pollini vengano inseriti nelle norme relative alla misurazione della qualità dell’aria».