Palestra tormentata dagli allagamenti: "Il Comune non può lasciarci soli"

La "Universo" di nuovo sott’acqua: le accuse dei titolari

Il titolare dell’Universo Alessio Nencetti

Il titolare dell’Universo Alessio Nencetti

Prato, 20 ottobre 2014 - Venti pompe in funzione notte e giorno, una media di 46mila euro a bimestre di bollette elettriche per un totale di circa 700mila euro di spese sostenute in 4 anni e 5 milioni di metri cubi di acqua potabile sprecata. Sono questi i numeri che ruotano attorno alla palestra «Universo» che da anni lotta contro gli allagamenti. Alessio Nencetti e Gianna Meoni, titolari dell’esercizio, da tempo chiedono aiuto alle istituzioni e adesso si sentono più che mai abbandonati con un altro problema che incombe su una situazione tutt'altro che semplice: l'arrivo dell'inverno e quindi delle piogge. Una situazione che i due titolari non sanno più come gestire senza l'aiuto di un ente pubblico e soprattutto che non riguarda soltanto la palestra «Universo», visto che le idrovore sistemate dalla famiglia Nencetti garantiscono a tutta la zona est di Prato di non finire sott'acqua: «Se spengiamo le pompe – interviene Nencetti – si allaga mezza città. Per chi non lo avesse capito si tratta di 5 milioni di metri cubi di acqua all'anno che fuoriescono dalla falda. Acqua potabile che dovrebbe essere riutilizzata dai cittadini».

I due titolari, assistiti dagli avvocati Federico Febbo e Costanza Malerba, chiedono che il Comune si faccia promotore di una soluzione condivisa con Provincia (adesso che il sindaco Biffoni è anche il presidente), Regione e Publiacqua affinchè sia trovata una soluzione: «Il problema che abbiamo noi affligge anche il museo Pecci – insistono ancora – In questo momento Prato attinge acqua da Firenze: è possibile che non si riesca a porre fine ad uno spreco folle? A lungo andare anche un'azienda sana come la nostra avrà delle difficoltà a sostenere spese di questo genere. Nel piano interrato della palestra scorre letteralmente un fiume. Si tratta di acqua di falda che viene sprecata da quattro anni. Il sindaco Biffoni è venuto a vedere la situazione, una soluzione al problema era stata anche trovata, ma non è stata mai attuata. Siamo sempre con una spada di Damocle sulla testa, anche di notte facciamo i turni perchè se si fermasse l'impianto si allagherebbe tutta la zona. Serve una soluzione rapida per un problema che riguarda tutti». Bastano pochi numeri per capire: davanti alla questura, nel 2007, la falda si trovava a 10,5 metri sotto il piano stradale, adesso è a 6,10. È salita di quasi 4,5 metri...