A Galceti un rettilario nuovo di zecca. A costo zero

Grazie alla collaborazione con la Fondazione Malenotti e l'Università di Firenze

Il gruppo di universitari nella "casa" delle iguane

Il gruppo di universitari nella "casa" delle iguane

Prato, 15 settembre 2014 - "Una bella storia che parte da un’area per anni nell’incuria e nel degrado". David Fastelli, direttore del Centro di scienze naturali, corre da una parte all’altra del parco di Galceti mentre una truppa di erpetologi (studiosi di rettili e anfibi) picchia di martello e dà di cacciavite all’aperto e al chiuso. Che succede? Che il tempo stringe: sabato 20 settembre sarà inaugurato il nuovo rettilario del Centro. Ed è davvero una bella storia. Il rettilario nasce da una collaborazione a tre: il Csn, ovviamente, che ci ha messo gli spazi e la logistica, poi l’Università di Firenze (in particolare il Museo di storia naturale diretto dal professor Giovanni Pratesi, la Specola, che ha messo a disposizione i tecnici per la progettazione) e la Fondazione Malenotti, che raccoglie i ragazzi specializzati in erpetologia dell’Università di Firenze. E c’è da aggiungere che il nuovo rettilario è stato realizzato a costo zero per l’amministrazione comunale, visto che la Banca Mediolanum ha sposato e sponsorizzato il progetto. Per il resto ci hanno pensato questi ragazzi tra i 25 e i 30 anni, studenti e ricercatori universitari, a metterci passione, competenza e lavoro di gomito: saranno poi loro a gestirlo, mantenendolo in attività, prendendosi cura degli "ospiti" e permettendone la visita. Hanno lavorato gratis da aprile, ma per costruire una possibilità di sviluppo, ricerca e divulgazione scientifica. Di questi tempi, non è poco. "Abbiamo ricreato i loro luoghi di origine — spiega Bernardo Borri, uno dei giovani erpetologi — ma non è semplice: ogni specie deve avere la sua temperatura, la sua umidità...".

Così, mentre i pavoni continuano a sgambettare per Galceti, nelle nuovissime teche si trova Rocky, il varano delle rocce, oppure il drago barbuto; le vipere, delle tarantole che fanno paura, serpenti di tutti i tipi. All’aperto, iguane, tartarughe (come la tartaruga alligatore), specie autoctone, altre esotiche. Sono animali (alcuni dei quali è proibita la detenzione) sequestrati dalla Forestale, dalla Provinciale o portati da privati che non possono o non vogliono più curarsene: un rettile vive 20-25 anni, una tartaruga di più... "Così si riqualifica quest’area che erain dismissione — spiega il direttore Fastelli — e il museo può contare su una nuova attività, a pochi mesi dall’inaugurazione dell’orto botanico, anch’esso realizzato insieme all’Università di Firenze. Da qui si riparte. Le presenze sono aumentate del 40%, fino al 31 luglio abbiamo avuto oltre 9.300 visitatori, più 6.392 studenti, oltre 1.800 ai compleanni e 350 per eventi vari. E senza poter contare su grandi risorse".

Luca Boldrini