{{IMG_SX}}Prato, 23 giugno 2009 - "Ringrazio tutti i pratesi, anche quelli che non mi hanno votato. I problemi non sono di destra o di sinistra, sono problemi di tutti e per risolverli c’è bisogno delle energie migliori della città. C’è bisogno del contributo di tutti". Roberto Cenni, nuovo sindaco di Prato, ieri sera alle 21, quando lo spoglio non era ancora concluso, ma i numeri parlavano chiaro: una vittoria storica.

 

Cenni, 57 anni, industriale tessile al suo debutto in politica, è il primo sindaco non di centrosinistra della storia di Prato. Ha conquistato il 50.9% dei voti, oltre 1500 in più di Massimo Carlesi. E’ stata una giornata incredibile, con continui rovesciamenti di fronte, mano a mano che i risultati arrivavano dalle sezioni. Ma il segnale chiaro che la battaglia era finita è arrivato alle 20.15, quando all’appello mancavano ancora una ventina di seggi: una telefonata di Carlesi a Cenni, di congratulazioni. Il nuovo sindaco era seduto in platea, all’ex cinema Cristall, ha sorriso e ai vicini di poltroncina ha semplicemente detto: "Era Carlesi, è stato molto gentile, si è complimentato con me". Poco dopo ha chiamato anche Claudio Martini: la partita era ormai vinta.

 

L’ex cinema Cristall ieri sera era come uno stadio. Centinaia di simpatizzanti hanno seguito con trepidazione l’andamento dello scrutinio. All’inizio i numeri erano per Carlesi, vantaggi risicati, ma costanti. La svolta è arrivata verso le 19, con la prima schermata dei parziali che dava Cenni in vantaggio. Un boato, un applauso lunghissimo. E poi altre sezioni e l’imprenditore sempre avanti, con i dati di ogni nuovo seggio in arrivo salutati da applausi, da ole, dal motivetto dei Mondiali - poporompopoppero -, da esclamazioni di gioia.

 

Alle 19,30 Cristina Attucci, la candidata presidente della Provincia del centrodestra, in città superava l’avversario Gestri: mancavano dodici sezioni, ma il distacco era abbastanza ampio da far ben sperare i cenniani radunati al vecchio cinema. Così l’applauso è stato ancor più fragoroso. Cenni era fuori, a fumare una delle sue tante sigarette; hanno iniziato ad abbracciarlo, qualcuno commosso. L’imprenditore e futuro sindaco sorrideva, la moglie Elena accanto. Ma era ancora presto per cantare con certezza vittoria.

 

E’ passata un’ora interminabile all’ex Cristall, con l’euforia alle stelle. Mancavano però ancora troppe sezioni per la sicurezza dei numeri, anche se Cristina Attucci era sempre davanti, anche se i seggi del quartiere Est, quello 'buono', erano i più indietro di tutti. E quindi ogni aggiornamento dei dati sul maxischermo veniva anticipato da un 'Oooooooh' e poi 'Alé', quando il parziale si manteneva per Cenni. E quindi applausi e poi cori: 'Roberto, Roberto', 'Chi non salta comunista è, è'. Una bolgia. E poi: "A lavorare, andate a lavorare".

 

Perché anche questo probabilmente ha pesato: una città fino a pochi anni fa florida e ricca, che oggi deve fare i conti coi posti di lavoro perduti e le difficoltà ad arrivare a fine mese, ha probabilmente voluto bocciare una classe dirigente comunque sempre a galla, con un organigramma di posti ed incarichi ormai eccessivo da sopportare. Ma più di tutto in questa vittoria storica ha probabilmente pesato il messaggio principale lanciato da Cenni in campagna elettorale: Prato ha tanti problemi, che non si risolvono con gli schemi ideologici, ma con le energie migliori della città. Quel richiamo all’orgoglio pratese, al’unità, fatto da un imprenditore, quindi un uomo abituato a cercare risposte efficaci e veloci alle situazioni difficili, ha colpito profondamente l’elettorato, facendo superare consolidate abitudini di voto.

 

Hanno pesato cinque anni di risposte inadeguate da parte della giunta uscente, a cui i pratesi non chiedevano di risolvere la crisi globale, ma di dare alla città un aspetto perlomeno decoroso, ad esempio senza buche nelle strade, questo sì. Hanno pesato le divisioni nel Pd, che hanno portato alla vittoria di Carlesi alle primarie. Hanno pesato i piani strategici fatti di parole, la legge di Martini sugli immigrati, progetti faraonici e forse inattuabili come quello dell’ex Banci.

 

Hanno pesato tante cose. E Cenni ha vinto. "Serve il contributo di tutti, la città non è divisa, ma unita nell’oroglio di ripartire", ha detto a notte ormai fonda, prima di ringraziare tutti i pratesi, chi lo ha sostenuto in campagna elettorale e la sua famiglia, per la prima volta in questo caso commuovendosi un pò.