{{IMG_SX}}Prato, 20 gennaio 2009 - La multa di 1.036 euro elevata dall’Arpat per inquinamento ambientale è appesa nella bacheca degli avvisi della parrocchia di San Luca Evangelista. Le colpevoli sarebbero le campane della chiesa in via Filippo Mazzei alla Querce, accusate di essere troppo rumorose, soprattutto durante la notte.

 

A segnalare i rintocchi molesti sarebbe stato un residente nella zona, disturbato durante il sonno. La polizia municipale ha effettuato un sopralluogo 3 mesi fa, mentre in seguito sono stati i tecnici dell’Arpat (Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana) a effettuare i rilievi con la strumentazione che misura l’impatto acustico.

 

La relativa contravvenzione è stata elevata al parroco della chiesa, don Renzo Fantappié che spiega: "E’ d’uso suonare le campane. Avevo parlato con i vigili urbani e avevo chiesto come mi sarei dovuto regolare. Certo che la multa per inquinamento ambientale proprio non me la sarei aspettata. E’ stata notificata pochi giorni fa dall’Arpat. Il 99% dei parrocchiani sono favorevoli che il suono delle campane rintocchi le ore, ma se c’è anche uno soltanto che ha problemi, lo devo tenere in considerazione". La chiesa inaugurata nella notte di Natale del 1969, elevata a parrocchia nel 1987, comprende la zona di confine a est del Comune di Prato e si estende anche nel Comune di Campi Bisenzio.

 

Il campanile di San Luca non è l’unico nel circondario a battere le ore, succede anche a Calenzano, a San Niccolò, a Pizzidimonte e alla Querce, eppure d’ora in poi potrebbe rimanere in silenzio. "Ho messo la contravvenzione esposta proprio per far capire ai fedeli che sospendere il suono delle campane non è un decisione che è scaturita dalla mia volontà, ma devo e voglio rispettare le esigenze di tutti - aggiunge don Fantappié che è anche direttore dell’ufficio beni culturali della Diocesi e uno dei maggiori esperti delle origini di Prato - C’è qualcuno che desidera dormire la notte e ha problemi, non so nemmeno a che distanza abiti dalla chiesa, non ho voluto sapere nemmeno chi sia, non è questo quello che conta. Indubbiamente credo che sia la prima volta che accade nella nostra zona e non vorrei nemmeno sollevare polemiche sulla stampa, mi sembra inutile. La situazione è questa e va accettata".

 

Il suono o, per meglio dire, il rumore delle campane è stato oggetto di numerose interpretazioni giurisprudenziali, la maggior parte delle quali è concorde nel ritenere che sia da annoverare fra le sorgenti sonore 'fisse' richiamate dalla legge quadro sull’inquinamento acustico. Secondo la Cassazione, si dovrebbe intervenire in caso di ‘superamento della soglia della normale tollerabilità.

 

Sull’argomento si è espressa anche la Cei sottolineando che il suono "è finalizzato al culto, come richiamo delle celebrazioni liturgiche e a cadenzare i momenti più significativi della vita della comunità cristiana". E considerato che c’è chi ‘digerisce’ anche il treno sottocasa, non sarà forse che nell’universale inquinamento acustico da cui siamo pervasi, le campane disturbino più per eccesso di laicismo, che per pura questione di decibel?