{{IMG_SX}}Prato, 10 giugno 2008 - Condannato a 6 anni di reclusione per molestie sessuali nei confronti di due bambine. Era il loro allenatore di pallavolo ma approfittò di loro e dell’ascendente che aveva come coach. Ecco il dispositivo della sentenza di primo grado emessa, ieri, dopo un lunghissimo dibattimento e tre ore di camera di consiglio dal collegio del tribunale di Prato nei confronti di Domenico Piccolo, 40 anni, difeso in aula dall’avvocato Tommaso Ducci del foro di Firenze. Sentenza che ha anche riconosciuto a una delle bambine, che si era costituita parte civile con i genitori, assistiti dall’avvocato Edy Pacini, una provvisionale di risarcimento danni di 10mila euro più le spese legali. A sostenere l’accusa davanti ai giudici, il pm Virginia Mazzeo, che ha diretto la delicatissima indagine su fatti emersi nel 2006 in Valbisenzio.

 

Furono proprio le piccole vittime, che avevano 10 e 11 anni, a raccontare quegli approcci e a dare il via all’inchiesta. A loro si aggiunse in un secondo momento anche una terza parte offesa. Si tratta di una ragazza molto più grande di età, un’ex pallavolista allenata dallo stesso mister in un’altra squadra, che l’aveva accusato di molestie e violenze sessuali. E se il quadro indiziario riguardo alle due atlete più piccole è stato ritenuto provante dal collegio che ha giudicato l’uomo responsabile di violenza su minori, non è stato così per quello relativo alla ragazza, che all’epoca degli episodi contestati avrebbe avuto 17 anni. Ma allora la giovane non sporse denuncia, lo fece soltanto anni più tardi quando venne a sapere dell’inchiesta della procura. Secondo la sentenza la posizione del 40enne non era procedibile per questo capo d’imputazione.

 

Il 40enne alla sbarra per pedofilia, allenava una squadra di pallavolo giovanile a Vaiano. Secondo la ricostruzione raccolta - grazie ai racconti delle due bambine della società e di alcune loro compagne - da agenti della squadra mobile e da psicologi della questura, coordinati dal vicequestore Francesco Nannucci, gli episodi si sarebbero svolti in una stanza attigua alla palestra. Le bambine-coraggio che hanno rotto per prime il velo del terribile segreto, si sono prima confidante con le insegnanti. Nel corso delle udienze al tribunale di Prato si sono avvicendate sul banco dei testimoni sia le piccole sportive, sia i genitori, sia i dirigenti della squadra di volley. La storia ha suscitano timori e sgomento in tutta la popolazione vaianese, toccata dall’accaduto.

 

Altre minorenni, chiamate dalla difesa dell’ex allenatore che ora vive in Calabria, regione di cui è originario, avevano parlato di un rapporto fatto di solo sport. E l’uomo ha sempre respinto le gravissime accuse, rifiutando di scegliere il rito abbreviato e optando per il dibattimento che non gli ha però dato ragione. Dopo la lettura del dispositivo della sentenza, l’avvocato Ducci che rappresenta l’imputato ha annunciato che ricorrerà in appello. la sua vicenda giudiziaria per lui non è ancora finita, ma probabilmente la sua carriera da allenatore delle giovanili di volley, lo è per sempre.