{{IMG_SX}}Prato, 6 giugno 2008- Il treno per Livorno c’è ma non si vede. I sei binari della nuova piattaforma ferroviaria ci sono ma non si vedono. Le telecamere che dovrebbero blindare l’area ci sono ma anche quelle non si vedono. I camion, quelli sì, sono reali (domandare agli abitanti di via Cellerese per credere), ma per il momento l’interporto della Toscana centrale è più sulla carta che nella realtà, è presente sui progetti e nelle intenzioni ma ancora non è quel polo di attrazione e di smistamento delle merci che ci si immaginava quando venne creato, ormai tanti, troppi anni fa. In più adesso c’è il problema dei magazzini generali, che all’interporto saranno ospitati ma ancora non si sa chi pagherà l’affitto del nuovo capannone e soprattutto chi li gestirà (lo stesso interporto o la società Magazzini generali?). Il presidente della società che gestisce tutta l’area, Antonio Napolitano, continua a dire che le cose «vanno alla grande» e che il lavoro oscuro di adesso darà i suoi frutti quando la piattaforma ci sarà. Ma il problema è proprio questo: quando saranno finiti i sei binari? E quando sarà sfruttata la linea per Livorno? E quando l’interporto smetterà di essere un’area di attraversamento e verrà chiuso al traffico non dedicato? E quando si deciderà sui magazzini generali?

 

L’unica data rispettata, perché deve ancora arrivare, è giugno 2009. Tra un anno la piattaforma dovrà funzionare altrimenti addio fondi europei. Considerando che si tratta di un investimento da 23 milioni di euro non c’è da scherzare. Soprattutto, non ci potranno essere i continui rinvii che si sono susseguiti in questi anni sulla navetta per Livorno. Anche Napolitano lo sa e infatti assicura "che il cantiere sta rispettando i tempi e la piattaforma sarà pronta il prossimo giugno". Passando accanto all’area di lavoro, però, il paesaggio non è rassicurante. Non si vede un binario, non si vede una costruzione, per la verità non si vede un granché, anche se gli operai ci sono. "Le piogge hanno modificato il piano dei lavori - spiega ancora il presidente  Sono state fatte prima opere previste in una fase successiva, ma siamo nei tempi".

 

Lo stesso non si può dire della navetta con Livorno. Annunciata da almeno due anni, ancora fisicamente non c’è, 'anche se adesso abbiamo la traccia', è la difesa di Napolitano che poi approfondisce il quadro: "Il treno è prenotato e siamo in contatto con Darsena toscana (il principale terminal per contenitori del porto di Livorno) e Autorità portuale di Livorno per riempirlo. Quello che conta è aver ottenuto un collegamento con il mare, perché così, una volta ultimata la piattaforma, le merci dal Tirreno arriveranno qui e da qui partiranno per l’Europa e il mondo". I primi convogli con Guasticce, comunque, per ora non sembrano molto appetiti e costeranno parecchio.

 

C’è poi il problema dei magazzini generali, al quale è strettamente legato quello della società di servizi Interporto service. Per ammissione dello stesso Napolitano, la società oggi è una scatola vuota ("Al momento non fa niente") in attesa di occuparsi di tutto con l’arrivo dei sei binari. Ecco allora l’idea: "Perché l’Interporto non smette di fare solo attività immobiliare e non si occupa davvero di logistica gestendo direttamente i magazzini generali?", ha chiesto qualche giorno fa il presidente della società Magazzini generali, Fabrizio Pitigliani, dopo che la Camera di commercio ha messo in vendita l’attuale sede. Napolitano non è contrario all’idea, ma c’è il nodo dei costi. Per l’affitto del nuovo capannone, di proprietà di Interporto spa, Magazzini generali dovrebbe pagare circa 360mila euro, una cifra che la obbligherebbe a rivedere le tariffe.

 

Se Interporto dovesse gestire il servizio non avrebbe il problema dell’affitto, ma come dice ancora Napolitano "ci sarebbe sempre da pagare il mutuo. Il problema - aggiunge il presidente - è che non possiamo gestire un servizio in perdita. Siamo una società pubblica, se applicassimo tariffe che non coprono le spese il giorno dopo avremmo la Corte dei conti a Gonfienti. Poi nessuno tiene conto di un fatto: attualmente le tariffe dei magazzini generali sono tra le più basse d’Italia, se non le più basse. Anche se le triplicassimo saremmo in linea con gli altri. Infine c’è un ultimo punto: i magazzini generali servono davvero?". Una domanda chiave in un confronto che coinvolge direttamente anche la Camera di commercio. L’immobile che ospita attualmente i magazzini generali sarà venduto almeno per 10 milioni e c’è chi si aspetta, anche all’interporto, che sia proprio la Camera di commercio a fare uno sforzo per mantenere il servizio.

 

Pare che il contributo annuo possa essere di 100mila euro, che non sarebbe sufficiente, ma sono in corso delle trattative. Il presidente Carlo Longo è chiaro: "E’ nostro dovere garantire la presenza dei magazzini generali e stiamo lavorando per questo". Ma aggiunge anche "se alla comuntà dovessero davvero costare certe cifre forse non ci sarebbe più la convenienza". Intanto oggi in consiglio si discuterà il question time di Taiti, un modo per coinvolgere di più anche il Comune, azionista di maggioranza dell’interporto e non sempre reattivo come servirebbe.

 

Infine le telecamere. I lavori dovevano partire alla fine dell’anno scorso per rendere tutta l’area dell’interporto più sicura e soprattutto chiusa al traffico da attraversamento. Invece ancora oggi in mezzo ai camion e ai capannoni è possibile vedere un babbo che spinge la carrozzella del bambino. Proprio quella che si dice un’area sorvegliata. Anche in questo caso la risposta è ancora sulla carta, ma Napolitano promette un bando di gara per appaltare i lavori 'entro 15 giorni'. Lavori che saranno molti più complessi e costosi di quanto previsto nel piano originario: "Non è vero che siamo in ritardo - dice il presidente - Invece di installare solo le telecamere metteremo a punto un sistema da 3,5 milioni comprensivo anche di barriere anti rumore e del cablaggio di tutto il perimetro. E’ un intervento più completo del precedente. I giudizi è bene darli alla fine". Sempre che una fine, prima o poi, arrivi.