Poggio a Caiano, Rigoletta Betti e il traguardo dei 105 anni festeggiato in... pizzeria

E' la nonna più longeva di Poggio a Caiano. Nel 1918 guarì dalla febbre spagnola. Fino a due anni fa intrecciava ancora la paglia

Rigoletta Betti nella sua casa a Poggio a Caiano

Rigoletta Betti nella sua casa a Poggio a Caiano

Poggio a Caiano, 28 agosto 2015 - Festeggiare 105 anni in pizzeria con tutti i parenti. Così Rigoletta Betti ha trascorso la serata di mercoledì, il giorno del suo compleanno. Nata il 26 agosto 1910, Rigoletta è la poggese più anziana e tra le più longeve dell’intera provincia. E’ nata a Santa Cristina a Mezzana, ma a 6 anni si trasferì con la famiglia a Poggio a Caiano. A 8 anni si ammalò di febbre spagnola (tra il 1918 e il 9120 la pandemia di spagnola uccise milioni di persone in Europa, ndr) ma riuscì miracolosamente a sopravvivere.

«Il babbo – racconta la signora – faceva il boscaiolo e conosceva i boschi del Montalbano come le proprie tasche. Ha lavorato sino a 85 anni. Lo faceva con passione». Rigoletta ha sicuramente ereditato la laboriosità del padre. Infatti, questa nonna è una meraviglia della natura: ancora lucida, di grande appetito, si muove in casa da sola, su e giù per le scale e fino a due anni fa intrecciava ancora a mano la raffia e per tutti i nipoti ha confezionato bellissimi cappelli di paglia.

«La mamma – racconta l’unica figlia Teresa, nata nel 1949 – ha fatto le scuole sino alla terza elementare e poi a 9 anni era già a lavorare, come usava all’epoca. In questa fabbrica conobbe il futuro marito Antonio Natali e si sposarono nel 1946, dopo la guerra. Superata la febbre spagnola, Rigoletta ha avuto vari problemi e persino una setticemia ma la sua fibra è stata talmente forte che, su consiglio del medico, l’abbiamo potuta curare a casa, senza ricorrere all’ospedale». Rigoletta ha sempre letto molto e ascoltato la musica, in particolare ama l’opera e forse ce l’ha nel Dna, tanto che i genitori la chiamarono come il protagonista dell’opera di Verdi. Fino a 90 anni è andata in vacanza da sola, con altre anziane di Poggio, andavano a Maresca. Rigoletta, come prese la setticemia? «In giardino anni fa – dice Rigoletta – mentre curavo i fiori mi tagliai ma non dissi nulla in casa. Poi mi sentì davvero male...».

Rigoletta, infatti, ama molto curare i suoi fiori ma i familiari temono possa cadere. Fra i passatempi di Rigoletta oltre ad intrecciare la paglia c’era anche l’uncinetto. E’ abituata ad andare a cena fuori e sentirsi un po’ al centro dell’attenzione come il giorno del suo compleanno. Cinque anni fa, per i 100 anni, fa ricevette anche l’omaggio del Comune e ora è il momento della festa con i parenti: 20 persone. Cosa mangia la signora Rigoletta? «Questo è un bel problema – risponde Teresa – perché vuol mangiare come gli pare e tante cose, ad esempio le fritture non sarebbero adatte... però gli piacciono. Poi ama i legumi che andrebbero benissimo ma dipende dalle quantità. Da quando ha compiuto 100 anni beve acqua gassata. Mai bevuto vino e preferisce il salato al dolce». Il marito di Rigoletta, Antonio è scomparso nel 1978 e a lei è rimasta una bella famiglia composta da due nipoti maschi e due bisnipoti maschi e poi ci sono due cugine ultranovantenni che ogni tanto vengono a trovarla. Rigoletta negli anni passati ha partecipato anche all’Assedio per la dimostrazione dell’arte della paglia, il lavoro di tutta una vita e che le piacerebbe fare ancora.