La nostra vita dipende anche dal buonsenso

Il commento

Leonardo Biagiotti

Leonardo Biagiotti

Pistoia, 25 luglio - Dovrebbe essere la strada delle gite estive, del tipo una moto, due cuori e tanta voglia di libertà. Invece è una tomba. Poco meno di una settimana fa sulla Porrettana ha perso la vita un uomo di 71 anni che viaggiava in scooter nel traforo. E’ stato centrato in pieno da un automobilista che, come ha raccontato la moglie a «La Nazione», voleva «sorpassare» un veicolo che lo precedeva in un punto dove non si può. E’ l’ennesima tragedia di una strada, la vecchia statale 64, che negli ultimi anni si è presa la vita anche di un operaio della Breda (2012) e di un imprenditore pratese (2014) che viaggiava in bicicletta.

Ci sono state petizioni per chiedere più controlli, ma la sensazione, anche dopo essere tornati a percorrerla, è che la Porrettana può essere resa più sicura prima di tutto da chi ci viaggia. Bisogna arrendersi alla noia di stare dietro ad un veicolo più lento, alla abitudine assai poco italiana di seguire rigidamente le norme del codice della strada. La vita mai come in questo caso sembra dipendere dal buon senso e dalla buona guida.

Qualcosa di più, comunque, possono fare anche le istituzioni. Il Comune di Pistoia, ad esempio, ha varato un piano per installare 42 dissuasori di velocità su tutto il territorio ma soltanto due saranno posizionati sulla Porrettana. E perché non ricorrere a dossi artificiali?

Nei fine settimana d’estate, poi, quando la strada viene invasa dai motociclisti, non sarebbe una cattiva idea prevedere controlli ricorrenti e diffusi. Qualcosa è stato già fatto: nel 2012 Anas ha ridotto il limite di velocità da 60 a 90 chilometri orari. Purtroppo non è bastato per salvare delle vite. Perché si è abbassato troppo anche il limite del buon senso.