Vendette trasversali

Sandro Rogari

L’ ‘INVINCIBILE armada’ di Renzi e Berlusconi è stata miseramente affondata. Nuova fumata nera per i giudici della Consulta. Barbera e Sisto, rispettivamente in quota Pd e Forza Italia, per non dire del centrista Pitruzzella, restano al palo. Ormai la cosa fa scandalo, ma i nostri parlamentari sono imperterriti. Si procede bellamente con il sì garantito con la mano destra e il no della sinistra nel segreto dell’urna. Complici la balcanizzazione ormai inarrestabile di Forza Italia e le feroci lotte intestine del Pd che fanno dell’ottimo Barbera un capro espiatorio.

A Barbera sono mancati 35 voti per raggiungere la soglia di 571, ma sulla carta ne aveva ben più di 600. E via discorrendo per gli altri. Ora si va alla conta delle assenze e dei voti negati, come di prassi. Ricordate i 101 di Prodi? Barbera paga il fio del suo schieramento fortemente renziano. Sisto del fatto che la sinistra del Pd va ricercando l’accordo con il M5S, e non vuol sentir parlare di partito della Nazione.

Tutto si tiene fra Milano e Napoli, passando per Roma. La linea di faglia è sempre la stessa. Intempestivo è stato il lancio a Napoli di primarie aperte all’Ncd. Il momento politico non era dei più opportuni. Puntuale è giunta la vendetta trasversale. La sinistra Pd vuole imporre una soluzione alla Sciarra, col partito che si piega ai voleri dei grillini contro le aperture centriste di Renzi. È la logica del muoia Sansone con tutti i filistei. Perché a forza di concedere al M5S per indebolire il proprio segretario ne va di mezzo la credibilità del partito. È una forza (numerica) che si piega a una debolezza (sempre numerica) e che la fa diventare forza. Contenti loro!

MAGARI Renzi, che fu cauto con la candidatura di Mattarella alla presidenza della Repubblica e riuscì a ricompattare la sinistra, ha mancato di prudenza. Ora non gli resta che tenere duro nella speranza di farcela, magari forzando qualche assenteista del voto e magari misurando le sortite del suo cerchio magico. Per esempio, ipotizzare che un già due volte sindaco come Bassolino non sia candidabile è come dire che il candidato non deve essere alto più di un metro e settanta. Magari il costituzionalista Barbera potrebbe spiegare che non è cosa in uno stato di diritto.

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