Uccisi da polpette al veleno. Si salvano solo Mambo e Fibra

Bocconi killer in un allevamento di cani

Mambo e Fibra vivi per miracolo

Mambo e Fibra vivi per miracolo

Saline di Volterra, 15 settembre 2014 - QUATTRO cani avvelenati. Due sono riusciti a salvarsi grazie alle cure di un veterinario. Le altre due bestiole, invece, non ce l’hanno fatta. Qualche ignoto senza scrupoli si è intrufolato la scorsa settimana all’interno di un allevamento di una ventina di segugi nella frazione di Saline con il preciso obiettivo di far fuori le povere bestie. Bocconi killer, preparati, a quanto pare, con una dose massiccia di un veleno antiparassitario mescolata ad alcuni chiodi in acciaio, ritrovati per terra all’interno dei box. 

LE ATROCI sofferenze patite per una morte da avvelenamento non erano forse abbastanza per l’animale, quello bipede s’intende. Polpette che sono state fatali per due degli animali dell’allevamento di Nicholas Gianelli. «Quando sono arrivato i due cani erano già morti — racconta con rabbia il proprietario del canile, che ha sporto denuncia al commissariato di polizia — gli altri due erano in preda a forti convulsioni». Forse l’assurdo fastidio per un latrato di troppo o uno spregevole atto di teppismo potrebbero essere le insensate motivazioni che hanno spinto qualcuno a disseminare bocconi avvelenati negli stalli dell’allevamento. O forse l’avvelenatore, che resta ancora sconosciuto, ha lasciato le sue esche killer per qualche stupida vendetta. Mambo e Fibra, i due esemplari trovati dal padrone agonizzanti, ora stanno bene. Si sono salvati per un pelo grazie al veterinario. Il canile si trova a un chilometro dal centro di Saline. I quattro cani, tutti segugi maremmani, avevano partecipato a diverse gare cinofile, tagliando anche ottimi traguardi. Uno dei due animali sopravvissuti all’atroce avvelenamento, in passato ha vinto il campionato italiano Cpa. 

ALCUNI tessuti degli organi dei due segugi stroncati dalle polpette al veleno sono stati inviati all’istituto zoo profilattico di Pisa per alcuni accertamenti. I quattro zampe avevano un’età compresa fra i due ed i quattro anni. Uno degli esemplari che non ce l’ha fatta, una femmina, aveva partorito due mesi fa cinque cuccioli fortunatamente scampati dalle grinfie della bestia umana. La legge sul maltrattamento degli animali, ricordiamo, parla chiaro: dal luglio del 2004, con la riforma del codice penale, maltrattare gli animali è diventato un vero e proprio reato. Secondo il codice penale chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagioni la morte di un animale, è punito con la reclusione da tre a diciotto mesi.