"Il viaggio non c’è e Trenitalia non paga i danni"

Famiglia bloccata di notte alla stazione. La gita a Parigi diventa un incubo

Un treno (Foto di repertorio Pressphoto)

Un treno (Foto di repertorio Pressphoto)

Pontedera, 25 ottobre 2014 - «BUONGIORNO vorrei acquistare quattro biglietti del treno per Parigi». Ma il viaggio a Eurodisney, per una famiglia di Pontedera, si è trasformato in un vero incubo: prima l’odissea in stazione, poi la battaglia legale per chiedere il risarcimento danni. «Ma Trenitalia e la sua società partecipata Thello stanno facendo di tutto per non pagare».

FACCIAMO un salto indietro e torniamo al luglio del 2013. Irene, suo marito e i loro due figli piccoli (un bambino di 11 anni e l’altro di sette) decidono di fare un viaggio a Parigi insieme ad altri amici: destinazione parco dei divertimenti di Eurodisney. Irene si reca alla stazione e acquista quattro biglietti spendendo poco meno di mille euro. La famiglia — con grande entusiasmo — la sera intorno alle 20 sale sul treno e, da Pontedera, raggiunge la stazione Campo di Marte a Firenze. Qui, c’è la coincidenza con un altro treno diretto a Parigi Gare de Lyon. Il mezzo, proveniente da Roma, arriva puntuale. Gli amici di Irene salgono sul convoglio mentre la sua famiglia pontederese cerca invano la propria carrozza. Questa, però, sembra «scomparsa». Il capotreno non sente ragioni: «Non potete salire. C’è stato un guasto. Due carrozze non sono partite. Mi dispiace». I bambini iniziano a piangere, la situazione precipita. Il convoglio della società italo-francese Thello (che ha anche una partecipazione di Trenitalia) riparte. Ventisette persone — fra cui i «nostri» quattro pontederesi — restano a piedi.

ALLE 21, a luglio, alla stazione di Campo di Marte non c’è nessuno. Un capostazione prova ad aiutare i viaggiatori. Alla fine arriva anche la Polfer e i carabinieri. Un agente è costretto a riaprire gli uffici per far andare in bagno uno dei due bambini. Alle una e quindici di notte — dopo proteste e tanta rabbia — arriva un bus: «Vi porteremo noi a Parigi». Sarebbe stato un viaggio di 18 ore in pullman. Irene e la sua famiglia, con due bambini piccoli, non se la sentono e, fra mille difficoltà, tornano a casa. I biglietti vengono rimborsati senza troppi problemi ma Irene e la sua famiglia — che il giorno dopo raggiungono Parigi in treno — chiedono anche un risarcimento danni: una cifra simbolica di 2mila euro per tutti i disagi subiti quella notte.

«SONO stati lasciati soli in stazione — spiega l’avvocato Paolo Pieracci — e senza alcun avviso. La vacanza con gli amici è saltata e hanno vissuto ore di grande rabbia. Per questo ci siamo rivolti al giudice di Pace». E qui si è aperta una seconda odissea: tutta legale. «Trenitalia e Thello non vogliono pagare — continua l’avvocato — perché sostengono di aver provveduto con un mezzo sostitutivo. Peccato che questo fosse totalmente inadatto alla famiglia». Le compagnie ferroviarie si sono rivolte addirittura ad un professore di Firenze, forse per paura che questa causa apra a nuovi contenziosi. Il 14 aprile scorso c’è stata la prima udienza poi — per varie ragioni — quattro volte il processo è stato rinviato. «Il problema non sono i soldi — chiosa Pieracci — ma i principi. I principi dei consumatori e dei cittadini». Principi che, fino ad oggi, sembrano calpestati.