Teorie di genere, mozione in Comune. I genitori: "Fermatevi"

Calcinaia, raccolta firme per "stoppare" la proposta

Il consigliere comunale Tessitori

Il consigliere comunale Tessitori

Calcinaia, 23 novembre 2015 - Non è ancora arrivata in consiglio comunale ma sta già facendo parlare di sé. Si tratta della mozione presentata dal capogruppo della lista «Insieme per il bene comune» (sinistra) e dalla maggioranza (Pd), chiamata: «Educare alle differenze», che sarà discussa giovedì in Comune a Calcinaia. Un argomento delicato, soprattutto quando c’è di mezzo l’educazione scolastica. La proposta riguarda: «l’attivazione, all’interno delle scuole di competenza comunale (materne ed elementari ndr.) – si legge nel testo della mozione – di corsi di aggiornamento per promuovere l’inserimento di un approccio di genere nella pratica educativa e didattica per fornire strumenti e conoscenze in merito alla costruzione delle identità di genere, all’uso di un linguaggio non sessista e alla prevenzione delle discriminazione di genere». Nel testo si parla di differenze in senso ampio ma c’è chi è già sceso in campo per schierarsi contro l’avanzate nelle scuole della teoria del gender. Due comitati della zona «Difendiamo i nostri figli Pisa» e «Famiglia scuola educazione Pisa» composti da genitori, educatori e docenti, hanno promosso una raccolta di firme per chiedere il ritiro della mozione. «Vogliamo che venga ritirata – dice Daniele Ranfagni, consigliere di “Calcinaia per la Gente’’ che porta in consiglio la voce dello stop – e che si apra un momento di dialogo, soprattutto per capire alcune cose non proprio chiare contenute nella mozione». Tra le motivazioni ci sono la non competenza dell’argomento da parte della Giunta comunale e la non esclusività della materia da parte della scuola. «La mozione preoccupa seriamente i genitori di Calcinaia – dicono dal comitato – perché impegna la Giunta a sostenere progetti extracurriculari e la formazione degli insegnanti che si rifanno alla teoria ‘gender’ secondo cui essere ‘uomo’ o ‘donna’ sarebbe il risultato di condizionamenti familiari culturali e sociali prescindendo, dunque, dal proprio sesso biologico». Da qui l’invito a chi fosse d’accordo con la protesta dei comitati a testimoniare con la loro presenza durante il consiglio comunale. «La mozione rappresenta un passo fondamentale per essere un po’ più progressisti – risponde Andrea Tessitori firmatario della stessa – e dispiace che non ci sia stato un momento di dialogo prima di intraprendere la raccolta firme».