Volterra, 27 settembre 2012 - ''Mi sono formato man mano nel teatro e ogni volta che rientravo in cella mi mettevo in discussione e capivo meglio anche la vita. Noi non siamo solo detenuti, siamo anche altro''. Così Aniello Arena, detenuto nel carcere di Volterra per un ergastolo e da anni uno dei componenti della Compagnia della Fortezza, parla del suo personaggio nel film di Matteo Garrone, 'Reality', nelle sale da domani, distribuito da 01 in 350 copie e vincitore al Festival di Cannes del Gran Premio della giuria.

Aniello Arena è in carcere con la condanna dell'ergastolo perché coinvolto nella strage di Piazza Crocelle a Barra (8 gennaio del'91), quando aveva soltanto 23 anni. Morirono in tre, due le vittime designate e una invece per disgrazia.

''Per me è stato facile fare il personaggio di Luciano, perchè la sua parte simpatica e allegra mi appartiene. A me - ha detto ancora Aniello Arena che nel film interpreta un pescivendolo convinto di essere stato selezionato dal
'Grande Fratello'
- piace molto scherzare. Ho cercato di interpretare Luciano facendolo crescere dentro di me in carcere. La televisione per noi carcerati è importante ma io non sono amante dei reality, ho visto solo i primi 'Grande Fratello' perchè era una novità. Amo di più i documentari''.
 

''Certo Reality - spiega invece il regista Garrone - è un film sulla ossessione della popolarità. Certo - dice - 'Bellissima' di Visconti è uno dei film di riferimento, ma ci sono anche le atmosfere di Edoardo de Filippo, dei film di Monicelli, di 'Matrimonio all'italiana' di De Sica. Comunque in questo lavoro non c'è alcuna volontà pedagogica anche per quanto riguarda il rapporto pubblico e tv. Per molti la tv diventa come una certificazione della propria esistenza, un problema esistenziale più che narcisistico. E in queste stesse trappole potrei caderci, da un momento all'altro, anche io per questo non faccio il moralista''.
 

"Vivendo in una società dei consumi sei sempre vulnerabile a delle seduzioni che arrivano dall'esterno. E' vero - aggiunge poi - mi avevano chiesto di fare altri Gomorra. Ma avevo desiderio di fare qualcosa di nuovo, di ritrovare la leggerezza. E poi per quanto riguarda le seduzioni ne ho avute mille anche da Hollywood. Magari andavo a Los Angeles e non riuscivo neppure a girare il film, mi perdevo''.
 

Per quanto riguarda la possibile candidatura italiana agli Oscar di 'Reality' sottolinea Matteo Garrone: ''Certo il fatto che questo film abbia ricevuto un premio dà visibilità a questo lavoro, ma in questi casi ci vuole anche fortuna di
trovare nei giurati quella sensibilità particolare verso un certo tipo di cinema. Nel caso della candidatura agli Oscar, come andrà andrà. E' il giudizio in sala che conta, se 'Reality' verrà nominato si vedrà''.