Capannoli, il sindaco e la giunta si tagliano lo stipendio: effetto domino nei Comuni pisani

La scelta di Gherardini di Palaia trova consensi. Scetticismo dai colleghi della Valdera

La sindaca di Capannoli, Arianna Cecchini

La sindaca di Capannoli, Arianna Cecchini

Pontedera, 1 agosto 2015 - E' stata un’aprifila la decisione del sindaco Marco Gheradini di una riduzione dello stipendio del 10%. Così a pochi giorni dall’annuncio del primo cittadino palaiese anche Arianna Cecchini, sindaco di Capannoli ha deciso di imitare il collega e con lei tutta la giunta: "Abbiamo deliberato l’ulteriore riduzione nell’ultima giunta – afferma il sindaco – dopo aver già rinunciato ad inizio legislatura ad un aumento, reso possibile dalla normativa sulla base di alcuni parametri di bilancio del comune, del 15% circa. È un segnale politico importante sebbene questo non abbia un impatto economico rilevante sul comune, considerato che le indennità degli assessori e del sindaco e i gettoni di presenza dei consiglieri hanno un peso che risulta inferiore all’1% sul bilancio comunale, non ci dimentichiamo che a Capannoli non ci sono auto blu o di rappresentanza, non ci sono rimborsi spese di viaggio, percheggi e neppure cellulari di servizio né rimborsi per spese telefoniche".

Una riduzione del 10% quella dell’indennità del sindaco di Capannoli che va a incidere su 2.509,98 euro (ovvero un’indennità lorda ridotta del 10% dal 2014) portandola con l’ultima riduzione che sarà in vigore da questo mese a 2.258,98 euro lordi. Per quanto riguarda i tre assessori della giunta invece da 1.129 euro (anche in questo caso la cifra lorda era già stata ridotta di un 10% nel 2014) si passa a 1.016,55 euro, mentre il vicesindaco guadagnerà 125 euro in meno.

Divide il tema del taglio degli stipendi e lascia spazio a pareri divergenti, come quello del sindaco di Pontedera Simone Millozzi. "L’indennità di un sindaco, di una città media come Pontedera, è commisurata al lavoro, alle competenze e al livello di responsabilità che il sindaco si assume – spiega Millozzi. – Oggi i sindaci sono i naturali destinatari dei cittadini che a loro si rivolgono per ogni esigenza. In tutta onestà non credo di dovermi giustificare in alcun modo per il mio compenso (1.900 euro netti), avendo io e la mia giunta, da sempre, rinunciato alla possibilità di un suo incremento, peraltro consentito dalla legge. E credo che i sindaci in assoluto abbiano un notevole livello di impegno e di responsabilità", aggiunge il primo cittadino.

"I sindaci sono quelli che ancora ci mettono la faccia, colpirli significherebbe lasciare il cittadino completamente solo. Assecondare questa deriva – continua Millozzi – comporterebbe anche un esito antidemocratico poiché alla fine, se non si mettono in condizione le persone di poter svolgere con dignità questo ruolo, si otterrebbe che la politica diventerebbe un lusso nelle mani di pochi e delle elité. Per tutte queste ragioni ritengo che, invece, se un riequilibrio delle risorse della politica ci deve essere sarebbe giusto avvenisse laddove ci sono veri privilegi, non commisurati né al ruolo né alla responsabilità. Ecco, mi pare che sarebbe giusto cominciare a rendere più equa e la politica e la società e riconoscere il giusto peso delle diverse funzioni. Anche con questi pochi provvedimenti la politica avrebbe l’occasione di riscattarsi". Gli fa eco la sindaca di Ponsacco Francesca Broci: "E’ un provvedimento poco incisivo per il bilancio e un segnale che può essere male interpretato. Le indennità sono già basse. Io prendo 1.900 euro e a questo devo toglierci i contributi. Non dimentichiamo anche la dignità di carica...".