Ponsacco: «Se chiudono altri negozi sarà colpa del Comune»

«La chiusura del corso alle auto è stata la causa della morte del commercio». Il dibattito (in realtà mai sopito a Ponsacco) continua. E’ ancora Confcommercio a tornare alla carica in questo che...

Commercio a Ponsacco

Commercio a Ponsacco

Ponsacco, 27 febbraio 2015 - "La chiusura del corso alle auto è stata la causa della morte del commercio". Il dibattito (in realtà mai sopito a Ponsacco) continua. E’ ancora Confcommercio a tornare alla carica in questo che possiamo definire l’«atto terzo» della vicenda più scottante degli ultimi giorni. In primis fu l’invito di qualche giorno fa di Confcommercio al termine di una affollata riunione: «Riapriamo il corso alle auto la mattina in via sperimentale». A cui è seguito a stretto giro di posta il due di picche dell’amministrazione comunale: «no, non è una soluzione». Adesso l’associazione dei commercianti è pronta ad una nuova replica: «Ripensateci per il bene di tutti». Il direttore di Confcommercio Pisa, Federico Pieragnoli non ha dubbi: «Deve essere chiaro a tutti – spiega – che la chiusura del corso alle auto è stata la causa della morte del commercio e pertanto continuare su questa linea sbagliata vuol dire decretare la definitiva eliminazione di tutte le attività commerciali, e l’amministrazione comunale sarà l’unica responsabile di questo scempio». «All’unanimità – continua il direttore di Confcommercio –, 50 attività commerciali hanno chiesto una sperimentazione di riapertura del corso, per una fascia oraria limitata. Non ci sembra affatto una richiesta eccessiva o particolarmente. Il nostro appello al comune di Ponsacco è quello di non spegnere altre insegne, ma al contrario, di contribuirne ad accenderne di nuove, per il bene di tutti». Sulla questione interviene anche Alessandro Simonelli, presidente Confcommercio Area Vasta: «Oggi purtroppo a Ponsacco siamo in presenza di un corso fantasma che in 15 anni è passato da avere 57 attività alle attuali 13». «La chiusura del centro – continua Simonelli – ha indubbiamente interrotto le abitudini consolidate della clientela, certo è che se i lavori di ristrutturazione fossero partiti contestualmente alla chiusura del corso, oggi parleremmo di un’altra situazione. Ora siamo in presenza di un bivio. Molteplici sono le cose già fatte, ma chiediamo al comune che, prima di esprimere contrarietà in assoluto, verifichi modalità di intervento le più condivise possibili».