Scandalo Poste, corsa a controllare i conti. «Ecco come venivano svuotati i libretti»

Parlano i familiari di una delle quattro anziane vittime

L'ufficio postale di Montopoli

L'ufficio postale di Montopoli

Montopoli, 2 ottobre 2010 - QUATTRO conti correnti svuotati piano piano, giorno dopo giorno, per mesi. Supera 120mila euro l’ammanco finora riscontrato alle Poste di Montopoli e per il quale è stata denunciata la direttrice. Peculato l’accusa, ma non è escluso che possa configurarsi anche la truffa e l’appropriazione indebita contro la dirigente dell’ufficio di via Guicciardini, che da alcuni giorni non è al lavoro (ufficialmente in ferie), sostituita da colleghi di altri uffici. Gli ispettori della direzione regionale delle Poste torneranno venerdì a Montopoli per effettuare altre verifiche, ma già ieri mattina alcuni clienti si sono rivolti agli sportelli per chiedere spiegazioni e per verificare che i loro conti correnti fossero a posto. La vicenda, comunque, è destinata ad andare avanti per altri giorni, almeno fino a quando gli ispettori non avranno terminato il loro lavoro.

SECONDO quanto accertato dai carabinieri della compagnia di San Miniato e della stazione di San Romano — che stanno conducendo le indagini, coordinati dalla Procura della Repubblica di Pisa che martedì, con il pubblico ministero Giovanni Porpora, ha autorizzato la perquisizione della casa e dell’ufficio della direttrice — i soldi sarebbero stati prelevati sui quattro conti correnti all’insaputa delle titolari e dopo che sugli stessi conti, sempre senza l’autorizzazione dei proprietari dei buoni fruttiferi, erano stati versati i soldi incassati dalla riscossione degli stessi buoni le cui cedole originali sono ancora in possesso delle quattro donne, tutte anziane e vedove. Questo vuol dire che chi ha fatto l’operazione - secondo l’accusa la direttrice -ha fatto tutto da sola.

FIRMANDO autorizzazioni e registrando in maniera fasulla il versamento, anziché sul libretto postale (di cui non poteva essere in possesso) su un foglio bianco poi strappato. Così, l’operazione risulta effettuata e registrata nel computer delle Poste, ma non è riportata sui libretti postali. E proprio un controllo su uno dei libretti, dopo che i familiari di una delle anziane si erano accorti che qualcosa non andava, ha fatto emergere le irregolarità. Sul libretto della donna che si è presentata con una parente in un ufficio della zona non erano riportati alcuni prelievi che invece risultavano a video all’operatore delle Poste. Visto che su ogni libretto possono essere fatti prelievi per un massimo di mille euro al giorno, da mesi l’indagata, sempre secondo quanto avrebbero accertato le indagini, prelevava indebitamente i soldi dai conti correnti. Le vittime non parlano. Per una di loro solo poche parole da un familiare. «Non sappiamo ancora quanti soldi sono stati presi dal conto — dice —.Ci siamo resi conto che qualcosa non andava e abbiamo fatto controllare il libretto. Non sappiamo come possa essere successo tutto questo». Pare che dei 120mila euro sottratti alle quattro vittime, ben 60mila facessero parte di un solo libretto.