"Su quel pulmino episodi di bullismo": Salvini a gamba tesa su Pontedera

Scuolabus per rom, il leghista: "Ho parlato con una mamma" / «VIVA L'INTEGRAZIONE: SALITE COI NOSTRI BIMBI» / SUL PULMINO SALGONO SOLO I BIMBI ROM

Matteo Salvini (Newpresse)

Matteo Salvini (Newpresse)

Pontedera, 26 aprile 2015 - Anche Matteo Salvini si schiera contro lo scuolabus che il Comune di Pontedera ha riservato alla comunità rom di Gello. Il segretario della Lega – durante la sua tappa elettorale al mercato di Fucecchio –, è stato avvicinato da una mamma della Valdera che si è abbandonata ad uno sfogo. «La signora mi ha raccontato di frequenti episodi di bullismo nella scuola pontederese (del comprensivo Curtatone e Montanara, Ndr) frequentata dal figlio – riporta Salvini –. Le ho promesso che verrò a Pontedera per occuparmi del caso e approfondire la questione. Siamo davanti ad un altro esempio di malapolitica, in un territorio dove la sinistra con il suo buonismo non fa integrazione ma disgregazione sociale. In Toscana ci sono ancora troppe amministrazioni che favoriscono i non italiani. Passerò da Pontedera anche per stare vicino ai cittadini italiani discriminati».

Un velenoso affondo che non è sfuggito alla candidata leghista di Cascina Susanna Ceccardi. «I programmi di integrazione della sinistra risultano puntualmente fallimentari perché sono fondati sull’assistenzialismo buonista – aggiunge la consigliera –. I bambini rom non si sanno comportare civilmente e picchiano gli altri? Invece di intervenire con misure correttive comunemente adottate nei confronti dei bambini, il Comune pensa bene di spendere soldi pubblici per destinare loro un pulmino esclusivo. La sinistra utilizzò questo metodo anche con i loro genitori, qualche anno fa, pagando 80mila euro per acquistare una villa del valore di 600mila euro. Il risultato non fu certo quello sperato, ma quello di alimentare ulteriormente criminalità. L’integrazione deve invece passare dal rispetto delle regole, altrimenti si ingenera un circolo vizioso e paradossale in cui certe comunità ottengono meccanismi premiali in virtù dei loro comportamenti scorretti. D’altronde in Toscana, dove il governatore Enrico Rossi preferisce fotografarsi con i suoi vicini rom, non potevamo aspettarci altro’».

Intanto la preside dell’istituto chiamato in causa, Cristina Duranti, minimizza sugli eventi. «A me non risultano episodi particolari di disciplina né in aula né sul pulmino – spiega –. I ragazzini a quell’età sono vivaci e i piccoli litigi non sono una cosa strana. Nelle scuole ci possono essere casi particolari di disagio da seguire con più attenzione. Nella fattispecie abbiamo messo in campo tutti gli strumenti a nostra disposizione. Esistono piani educativi speciali che aiutano nella correzione di certi comportamenti e esiste il fondamentale supporto dei servizi sociali. Temo ci si lasci condizionare dalla provenienza dei soggetti in questione».