Panini e termos offerti agli operai della Ristori

Presidio davanti alle Officine, il paese si stringe attorno ai lavoratori

Gli operai delle Officine Ristori

Gli operai delle Officine Ristori

Pontedera, 29 ottobre 2014 -    CIBO che arriva, dalla dispensa di casa di singoli cittadini a quella dei circoli o della associazioni del territorio che non hanno fatto mancare la cornetti e caffè caldo nel termos la mattina presto, o un piatto di pasta a pranzo e a cena. Ieri, a mezzogiorno, è arrivato anche un fascio di baguettes con gli affettati per il picchetto di operai di turno davanti il cancello delle Officine Ristori dove lo sciopero va avanti ad oltranza. Gesti carichi di significato che ci riportano alla mente uno spaccato dell’Italia operaia che credevamo dimenticato sotto i colpi della rivoluzione digitale. LA GRANDE crisi nel cuore dell’economia globale ha riportato gli operai ai cancelli, con le bandiere alzate ed i megafoni accessi, sotto il sole ancora tiepido del giorno, e le prime notte con il freddo che morde. Ma la posta in gioco è alta, altissima: sono 154 i posti di lavoro della Ristori di Montecalvoli che ha presentato una richiesta di concordato preventivo in continuità aziendale. « Dentro il concordato ci sono i debiti, anche gli stipendi di settembre e di ottobre più il premio ferie che non fu pagato - rileva Fabio Carmignani (Cgil) - Ma quello che ci preoccupa, a questi punti, è capire cosa abbiamo davanti: non si sa, non è chiaro, l’azienda prende tempo e questo ci fa paura». Oggi è previsto un nuovo incontro con i legali e dovrebbero emergere i primi dettagli, soprattutto riguardo alle prospettive per i lavoratori. «Ribadiamo,come abbiamo detto fin dal primo momento, che la strada che crediamo valida e percorribile è quello del contratto di solidarietà: tutti al lavoro, maggior tempo per valutare gli sviluppi aziendali e quelli del mercato — aggiunge Carmigani — Questo alla luce di un accordo con Piaggio che l’azienda sostiene di aver concluso e che quindi consente di ripartire». ​IL TIMORE diffuso, e la ragione per la quale la protesta non accenna cedimenti, è che la strategia pronta dietro l’angolo sia quella di una ristrutturazione importante e drastica nei numeri: una cura dimagrante di persone di decine e decine di unità. Quando sappiamo che sono appena tre o quattro, le persone che nei prossimi mesi potrebbero andare in ferie. «I cittadini, oggi che la crisi morde sono toccati dalla lotta di queste persone — conclude Carmignani — e solidarizzano aiutandoli a resistere ». L’altro volto, decenni dopo, di un miracolo italiano costato lacrime e sudore. di CARLO BARONI