I profughi si ribellano: "Non lavoriamo gratis"

In cinque hanno deciso di incrociare le braccia: stop al servizio

SETTEMBRE 2014 Il sindaco di San Miniato con i profughi (a quel tempo) al lavoro

SETTEMBRE 2014 Il sindaco di San Miniato con i profughi (a quel tempo) al lavoro

Pontedera, 29 gennaio 2015 -  ALL’INIZIO hanno preso in mano scope e secchielli con entusiasmo. L’avevano capito subito che rimboccarsi le maniche – spazzare la strada e raccogliere foglie e cartacce ai giardini – era un modo per integrarsi in una città che sa essere accogliente. In questi mesi i profughi ospitati in piazza XX settembre a San Miniato – sono sette e provengono dal Gambia, dal Mali e dal Senegal – sono stati oggetto anche di molta generosità.

Lavoravano gratis in nome di un programma di volontariato basato un progetto nato in sinergia tra il Comune di San Miniato e la Misericordia di Empoli. Dall’inizio del 2015 in cinque hanno incrociato le braccia perché, pare, che secondo loro «sia venuto il momento di essere pagati». Due, invece, hanno continuato in quel progetto che non punta a sfruttarli ma bensì a favorirne l’integrazione, passaggio chiave per tentare un altro futuro in Italia. Cinque invece sembra proprio che non vogliano sentir parlare di tornare a spazzare. Il progetto è stato fortemente voluto dal Comune così anche da aiutare gli stessi cittadini a guardare i profughi in modo diverso e farli sentire parte della comunità. Nei giorni scorsi l’amministrazione comunale (gli assessori Spalletti e Guazzini) ha incontrato i ragazzi. Ma senza successo.

C. B.