La vendemmia torna a parlare italiano. Immigrati in calo e cresce la quota rosa

Tante sorprese dal primo bilancio e aumentano le studentesse

Pontedera, 22 agosto 2014 - PARTENZA ritardata. Ma la vendemmia della nostra zona darà lavoro a circa 900 persone, tutte già selezionate. Un dato in linea — lievissimo il calo — con gli anni precedenti. Ci sarò anche meno vino, ma più buono. Queste, in sintesi, le previsioni a circa due settimane dal distacco del primo grappolo di uva. Qui, complice il clima, la necessità di sfruttare ancora le opportunità di defintiva maturazione, la vedemmia non è iniziata. Ma in alcune terre del Bel Paese sì 

INTORNO al vitivinicolo si muove anche in Valdera, Valdarno e Valdicecina una filiera economica importante: per ogni grappolo di uva raccolta si attivano ben 18 settori di lavoro dall’industria di trasformazione al commercio, dal vetro per bicchieri e bottiglie alla lavorazione del sughero per tappi, continuando con trasporti, accessori, enoturismo. Torniamo al lavoro. Con la crisi — rileva Cia Pisa — è aumentata la presenza di italiani, soprattutto giovani e donne rispetto agli extracomunitari.  «Una percentuale in crescita a far raccolta tra i filari — spiega il direttore di Cia Pisa Stefano Berti — è quella delle donne, anche giovani, studentesse che trovano una buona opportunità di vuadagno: le donne sono diventate il 40% dei vendemmiatori».

IN CALO, invece, gli extracomunitari che scendono qualche punto sotto il 20%: una fetta pesantemente colpita dalla crisi del mercato del lavoro visto che gli italiani, di ogni età, sono in fila ai centri per l’impiego. «E’ vero, le previsioni parlano di un calo di produzione— rileva Confagricltura Pisa, diretta da Massimo Terreni — Ma la qualità si profila ottima, anche se il maltempo ha fatto temere».  Venendo ai dati di settore il mondo dell’uva ha il segno positivo. Mentre tutti i più importanti indicatori economici sono tristemente negativi, nel settore agroalimentare ed in particolare in quello del comparto vinicolo, ci sono segnali importanti specie sul versante dell’export. La produzione vinicola nel 2103 ha raggiunto quota 5 milioni di fatturato con una crescita del 9% ed un decremento della quantità del 3% a riprova che si vende meglio. Un comparto in salute che muove 15 milioni d’affari, dà lavoro a quasi 2mila di persone e vede il mercato interno in movimento rispetto alla generale stagnazione dei consumi. Anche a livello provinciale, secondo i dati della Relazione annuale della Camera di Commercio abbiamo dati positivi con una performance di +14,5% nell’export dei vini (destinazione prevalentemente Germania, Regno Unito, Paesi Bassi e Danimarca). L’ultimo censimento Istat parla, per la nostra zona, di circa 3.100 ettari, di cui solo il 40 per cento destinato alla produzione di uva da vino Doc-Docg. Si tratta di vini che, nella campagna 2013-2014, hanno raggiunto quasi 58mila ettolitri di produzione.