Polverone sui pastori gay, la Lega scatenata contro il presepe di Rossi

San Miniato, riesplode il caso

Il presepe artistico di Mario Rossi (Germogli)

Il presepe artistico di Mario Rossi (Germogli)

San Miniato (Pisa), 19 dicembre 2014 - Il presepe che con coraggio parla anche del mondo gay e dell’amore che non conosce differenze sessuali, accende su San Miniato i riflettori nazionali. Mario Rossi, l’artista che l’ha realizzato nel seminario vescovile, è stato contattato da radio e tv, ma intanto scoppia nuovamente la bagarre politica dopo che anche sotto la Rocca, nel Pd come nel centrodestra, ci fossero già stati mugugni. Stavolta la parola la prende il Carroccio con Filippo La Grassa, commissario provinciale di Pisa: "Basta con l’ossessione gender. Il presepe è sacro. Ma perché si continua a strumentalizzare questo “povero” presepe – attacca la Lega – una volta semplicemente simbolo di pace e speranza per tutti? Non bisogna strumentalizzare. Gli orientamenti sessuali ciascuno se li tenga in camera da letto. Se ormai essere gay o cattocomunista è diventato di moda e nessuno fa più carriera o audience se non lo è, cosa c’entra strumentalizzare il presepe?".

"Non risulta che nei presepi “tradizionali” si siano palesate scese sessiste o sfrenatamente etero-sessuali che invochino una tale par condicio – conclude La Grassa – basta con questa ossessione gender".

Un attacco durissimo che non mancherà di accendere il dibattito e magari di scatenare posizioni dal mondo gay. In realtà Mario Rossi, artista, che a San Miniato realizza il presepe da tanti anni, sempre visitato sia da migliaia di persone che dal vescovo che solitamente l’ha inaugurato, non voleva alzare un polverone ma lanciare un messaggio in perfetto stile con l’epoca Bergoglio: «Ho parlato delle diversità che si palesano in questo tempo dai nuovi, pericolosi, rigurgiti oscuri – dice Rossi – E’ un messaggio contro i muri, le terre contese, le guerre tra gli uomini, l’odio scatenato dalle differenze religiose, ma anche da quelle legate all’orientamento sessuale. Il mio è un invito alla pace e alla tolleranza: nel presepe l’ho detto e lo ripeto c’è posto per tutti. Le polemiche, invece, non m’interessano: non ho realizzato questo progetto di presepe per destare clamore o per dare il via ad un polverone mediatico. La gente, vedendo questa rappresentazione, dovrebbe riflettere».

Quest’anno, inoltre, San Miniato è davvero una sorta di capitale dei presepi: una via lunga più di settanta chilometri, fatta di tante tappe e luoghi nella valle dell’Arno e dell’Elsa, e che vede uniti parrocchie e presepisti, patrocinati dalle relative diocesi e in collaborazione con gli enti territoriali. Un progetto, Terre di presepi, molto bello e che solo in città riunisce alcune decine di rappresentazioni e un calendario dell’Avvento davvero innovativo. Anche il presepe di Mario fa parte di questo progetto.

Carlo Baroni