Mercoledì 24 Aprile 2024

"Capi storici della Piaggio trasferiti in Vietnam, segnali inquietanti"

Denuncia del sindacato Uilm: "Non ci siamo"

Un gruppo di lavoratori della Piaggio (Germogli)

Un gruppo di lavoratori della Piaggio (Germogli)

Pontedera, 17 gennaio 2015 - Anche il trasferimento in Vietnam di alcuni ‘capi’ storici aumenta le preoccupazioni dei lavoratori e del sindacato Piaggio. Per Benedetto Benedetti, segretario della Uilm che ieri ha annunciato un convegno in cui saranno ‘rivelati’ dati e cifre di questa situazione, «anche questo trasferimento è un bruttissimo segnale perché vuol dire che si pensa di produrre sempre più in Vietnam».

LUCA CIONINI è nella segreteria Uilm ma lavora in fabbrica. «Per la verità – dice – da settembre a ora ho lavorato 4 settimane, dico 4 settimane. Credo che così non si possa andare avanti. Finora abbiamo giustamente concordato gli ammortizzatori sociali, peraltro tagliati del 10%, 100 euro in meno al mese, dal governo di centrosinistra, ma bisogna tornare a chiedere lavoro perché gli ammortizzatori non possono durare in eterno». Samuele Nacci sposta il discorso sulla politica, ma che anche tutti gli altri condividono, con critiche al «non vero impegno delle istituzioni toscane sul problema Piaggio»; o verso la politica che «non tutela il territorio e lascia passare il messaggio Piaggio che qua non si perdono posti di lavoro. Invece si perdono perché anche l’ultima mobilità non è stata reintegrata in posti come era stato promesso». Poi Nacci parla di «Pd che fa gli interessi della Piaggio...».

ANCHE sull’assenteismo, o le troppe assenze denunciate dall’azienda, i sindacalisti della Uilm hanno da dire qualcosa. «E’ vero che ci sono lavoratori che un po’ se ne fregano – spiega e lamenta Graziano Barsotti – e su queste bisogna davvero intervenire. Ma è anche vero che l’azienda non doveva inviare le 40 lettere a chi ha fatto troppe assenze senza prima confrontarsi col sindacato. Ne avremmo parlato in maniera costruttiva, sperando però che non si rispettano più certe situazioni». «Ad esempio – aggiunge Barsotti – se c’è un lavoratore sofferente di mal di vita, non si tiene più presente che non può lavorare in certe situazioni, magari accucciato, perché anche questo lavorare finisce per peggiorare il suo stato.

INOLTRE BISOGNA tener presente che il mancato ricambio fa rialzare l’età media dei lavoratori a Pontedera, con le conseguenze che tutti comprendono». Benedetto Benedetti ha ricordato anche l’incontro con Rossi di un mese fa non: «che non ha dato risultati concreti, mentre il governatore non ha parlato con i dirigenti della Ristori come ci aveva promesso». Nacci fornisce anche dati della crisi nell’indotto: «La Pieracci aveva 100 dipendenti e ora ne ha 60 che sta ferma almeno per un terzo dei giorni, La Ristori lavora al 50%, La Tmm arrivava a 500 dipendenti e ora ne ha 70 attivi al 50%».

 

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