Pontedera: ecco il «fai da te» delle benedizioni

Pochi preti e famiglie spesso fuori casa: «Bottigliette con l’acqua santa»

 Don Giulio Giannini mentre benedice

Don Giulio Giannini mentre benedice

Pontedera, 25 marzo 2015 - Benedizione pasquale fai-da-te. Nel futuro di Pontedera c’è anche questo: presto potrebbe toccare direttamente alle famiglie l’onere, anzi l’onore, di “santificare’’ la propria casa grazie alle bottigliette d’acqua benedetta da ritirare in chiesa. L’idea arriva dalla parrocchia di San Giuseppe dove questa modalità esiste già da un paio di anni ma in via del tutto eccezionale, ovvero limitatamente per i fedeli che hanno ricevuto la visita personale del sacerdote l’anno precedente. «Abbiamo adottato questa regola per questioni organizzative tempo fa – spiega don Giulio Giannini – a causa di un mio problema di salute. Dovetti sottopormi ad un intervento chirurgico e questo rese molto difficile riuscire a fare giro dell’intero quartiere per benedire le abitazioni. La formula poi è rimasta per ridurre l’itinerario, per farci risparmiare cioè tempo ed energie, visto che siamo soltanto in due a prenderci cura di centinaia di famiglie. Così abbiamo iniziato a fare una sorta di rotazione annuale, convocando i fedeli in parrocchia a prendere il materiale necessario. Del resto, non è strano che il capofamiglia si prenda la responsabilità di benedire i propri cari».

Ma l'eccezione potrebbe diventare presto la regola. I tempi sono cambiati, i ritmi di lavoro sempre più serrati svuotano le case per gran parte della giornata, così da rendere ancora più complicata l’attività dei sacerdoti. «Troppo spesso troviamo porte chiuse – continua don Giulio –. Le persone stanno fuori dal mattino e così camminiamo a vuoto per svariati chilometri. Succede, infatti, sempre più frequentemente di non trovare nessuno al nostro arrivo oppure di vederci aprire da persone di altre fedi religiose, soprattutto musulmani, alle quali non interessa la nostra visita. Talvolta si creano comunque situazioni interessanti per il dialogo, per il confronto. Altre volte no». Quel che è certo è che la popolazione pontederese sta crescendo e sta cambiando, imponendo a tutti noi nuove sfide (anche) culturali. «Rispondere alle esigenze di tutti, rispettando i tempi pasquali, diventa sempre più difficile viste le nostre risorse ridotte – chiude don Giulio –. Ecco perché la messa con la distribuzione delle bottigliette d’acqua santa potrebbe diventare una soluzione. Vale la pena discuterne insieme e prendere in considerazione questa eventualità anche in sede di consiglio pastorale». Un’eventualità che invece non sembra convincere troppo don Piero Dini, guida spirituale del duomo. «Io credo sia importante incontrare le persone per conoscere i nostri parrocchiani – commenta il proposto –. Non mi piace ricorrere alla bottiglietta d’acqua santa, capisco però che le esigenze organizzative siano cambiante. Credo sia necessario ipotizzare nuove modalità per la benedizione porta a porta anche perché spesso si fanno incontri interessanti: qualche giorno fa mi sono fermato a parlare con una famiglia turca. Penso, ad esempio, alla possibilità di fissare un appuntamento per benedire un intero condominio o un intero quartiere».