Picchia la compagna: le procura l'aborto

Violenza in famiglia, finisce alla sbarra

Le indagini della polizia

Le indagini della polizia

Pontedera, 21 maggio 2016 - Maltrattamenti e violenze fino a causare anche l’aborto. Era diventato un amore malato quello di una coppia tunisina che vive da anni in un paesino dell’Alta Valdera dove tutti si conoscono e – anche per questa ragione – omettiamo di rendere identificabili i protagonisti.

Una coppia come tante, integrata, tra fatiche e sacrifici, lavoro a momenti saltuario, una figlia minore. Poi ad un certo punto tra i due conviventi succede qualcosa: il clima cambia, le mura di casa diventano teatro di violenze inconcepibili.

Le ragioni, forse, le potrà far emergere il processo insieme all’accertamento della verità sulla condotta dell’imputato. L’uomo che inizia ad essere violento con la donna madre di sua figlia. Ieri il 40enne tunisino è stato rinviato a giudizio dal giudice per le indagine preliminari del tribunale di Pisa Giuseppe Laghezza su richiesta del pubblico ministero Aldo Mantovani. Un bollettino raccapricciante il capo d’imputazione: violenza sessuale, maltrattamenti in famiglia, lesioni personali, procurato aborto e minacce.

La storia inizia in Valdera, poi si sposta a Piombino dove la famiglia richiede per un breve periodo, infine torna nuovamente nella nostra zona. Siamo nel 2011 quando le botte sostituiscono l’amore e l’armonia che, pare, regnassero senza intoppi tra le mura domestiche di questa famiglia di extracomunitari.

A far scattare le indagini, iniziate dalla Procura di Livorno, sono state le denunce della donna alla polizia - che si è rivolta ai servizi sociali che l’hanno seguita fin dal primo istante - confortate anche dai riscontri di accessi precedenti al pronto soccorso. Poi per competenza il fascicolo passò a Pisa e l’attività investigativa – iniziata a Livorno – è stata coordinata dal sostituto procuratore della Repubblica Restuccia. La donna, assistita dall’avvocato Daniela Rondoni, è già stata ospitata – nell’immediatezza dei fatti, dopo la denuncia – in una casa protetta.

Luogo in cui la donna con la figlia vive tuttora e che si trova nella provincia di Pisa. L’ex convivente, ora difeso d’ufficio dall’avvocato Antonella Antonelli, ha reso interrogatorio nel 2015 nel quale ha negato ogni addebito nei suoi confronti per i comportamenti denunciati dalla moglie. «La donna – invece – rileva l’avvocato Rondoni – è sempre stata in grado di fornire un quadro coerente dell’accaduto». Il processo inizia a dicembre davanti al primo collegio presieduto dal giudice Pietro Murano.