Festa del bigné, pronto il record

I pasticceri di Orentano omaggiano con il "Dolcione" Papa Bergoglio

Pontedera

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Pontedera, 8 agosto 2014 -  Crema, pan di spagna, cioccolato e miglia e migliaia di bognè. Un omaggio dolcissimo quello di Orentano a Papa Francesco. A lui è dedicato il dolcione del tradizionale evento che si tiene ogni anno il week end successivo a quello di Ferragosto. I maestri pasticceri realizzeranno la cattedrale di Cordoba che rappresenta il punto di partenza di Bergoglio prima di essere diventato Pontefice. Si prospetta come sempre una grande mole di lavoro per le numerose persone coinvolte nella realizzazione delle rappresentazioni da far sfilare per le vie del paese domenica 24 agosto, giorno clou della festa.

  L’evento è organizzato dall’ente Carnevale e si svolge in occasione della festa patronale di San Lorenzo ed è frutto della passione e del lavoro dei numerosi e raffinati pasticceri che vivono ad Orentano o che sono migrati anche in altre città italiane. Nel 1987 nasce il «Dolcione». I pasticceri orentanesi danno vita a sculture da guinnes dei primati fatte di zucchero, burro, uova e farina che richiamano golosi da ogni parte della Regione. Tutto questo ha radici lontame. Dal 1969 prende il via la sagra del bignè proprio in nome della tradizione del paese nell’arte della pasticceria; poi fu il Comitato del carnevale a dargli la piega monumentale del grande dolce e da allora possiamo dire di averne viste davvero delle belle: la Torre di Pisa, Palazzo vecchio, la Cupola di San Pietro, Trinità dei Monti, e il Colosseo; oltre al campanile del paese, proprio quando ricorreva il secolo di vita con le campane. Con questa festa Orentano si è conquistato un posto al sole nell’elenco delle feste e delle manifestazioni estive. Assai meritato se si pensa che paesi ben più grandi di questo non riescono a organizzare eventi di tale portata, né a mettere in campo una tale efficienza. Il merito, ovviamente, è della gente di Orentano e, in particolare, di quei pasticceri che sono emigrati in varie città, hanno fatto fortuna e ogni anno tornano per le ferie nel paese testimoniando che le radici non si dimenticano