Morte sul campo di calcetto, la Procura: "Omicidio colposo"

Chiuse le indagini sul caso di Giovanni Conte: c’è un indagato

Giovanni Conte, 40 anni, morì il primo settembre in un campo sportivo di calcetto a Ponte a Elsa

Giovanni Conte, 40 anni, morì il primo settembre in un campo sportivo di calcetto a Ponte a Elsa

San Miniato (Pisa), 27 maggio 2016 - La Procura della Repubblica di Firenze, nei prossimi giorni, potrebbe chiedere il rinvio a giudizio per uno degli indagati per la morte di Giovanni Conte. Le indagini, avviate nel settembre scorso, sono concluse e al momento c’è stata la richiesta di archiviazione di una sola posizione. Gli indagati, infatti, erano due e l’ipotesi di reato è omicidio colposo. Giovanni Conte, 40 anni, di San Miniato, morì per un malore fatale in un campo da calcio di Ponte a Elsa il primo settembre scorso, la sera dopo cena. Il Conte, seguendo gli amici, prima fece un allenamento e, alla fine, entrò in campo anche per la partitella degli amatori di fine serata. Ma non giocava da tempo, non era tesserato e quindi non aveva il certificato d’idoneità. Dopo pochi minuti dall’inizio della partita si accasciò improvvisamente a terra, il suo cuore aveva ceduto rendendo inutile ogni tentativo di soccorso. Giovanni, fu immediatamente soccorso dai compagni. Nell’attesa dell’ambulanza furono stati fatti vari tentativi di rianimazione da parte dei presenti, ma senza successo. I sanitari del 118 non potettero che constatarne la morte.

Una tragedia che colpì una giovane famiglia residente a Roffia; Giovanni lasciò in un dolore ancora tremendamente vivo la moglie, due figli gemelli, i genitori e un fratello. Ai suoi funerali parteciparono centinaia di persone, perché il quarantenne era molto conosciuto anche per il lavoro che svolgeva nella ditta del suocero. Giovanni Conte era originario di Benevento e a Roffia viveva dopo il matrimonio con Lina. L’uomo lavorava, appunto, nell’azienda del suocero, la ditta "Lombardi" che si occupa di movimento terra e che ha svolto anche alcuni dei lavori più importanti e delicati al bacino remiero di Roffia per mettere in sicurezza l’argini.

Su quella morte, che ha sconvolto un’intera comunità, però, la Procura di Firenze ha deciso di vederci chiaro – il pm Massimo Bonfiglio prese immediatamente in carico il caso – in relazione ad eventuali responsabilità connesse con la presenza di Giovanni, e alla sua regolarità su quel campo di calcio e in quella seduta di allenamenti.

Così fu aperta l’indagine che è andata avanti per otto mesi ed arrivata alle battute finali. I familiari di Giovanni Conte sono assistiti dagli avvocati Andrea Cariello e Tommaso Gronchi con studio a Santa Croce che, a questo punto, attendono le determinazioni del pubblico ministero. I legali hanno appreso anche il risultato della consulenza medico legale che fu effettuata sulla salma e che ha concluso per la morte da arresto cardiaco.