Sassi e insulti contro la consigliera che ha condannato l'assalto al Comune

Toncelli (Movimento Cinque Stelle) ha subìto minacce sotto casa. "Non mi fermeranno"

La consigliera Toncelli (Cinque Stelle)

La consigliera Toncelli (Cinque Stelle)

Pontedera, 3 ottobre 2015 - «Toncelli, stai attenta». Poi un rumore sordo scuote la finestra dell’appartamento. E’ l’una di notte e il consigliere comunale dei Cinque Stelle si sveglia di soprassalto. «Hanno lanciato un sasso contro l’avvolgibile. Per fortuna non ha riportato gravi danni. Se pensano di fermarmi, però, si sbagliano di grosso».

Fabiola Toncelli come si spiega questo atto intimidatorio?

«Quella di ieri (giovedì per chi legge ndr.) è stata una giornata dura. Offese gravi e ripetute su internet, telefonate anonime sul cellulare e, appunto, il sasso lanciato in piena notte. Tutto questo per la mia posizione espressa in consiglio comunale dove ho stigmatizzato pubblicamente il gesto dell’uomo entrato in auto dentro l’atrio del Comune».

Di che cosa l’accusano?

«Intanto qualcuno pensa che stare all’opposizione significhi attaccare la maggioranza sempre e comunque. Anche quando, a volte capita, ha palesemente ragione. In questo caso era stata presenta una mozione di condanna di quanto avvenuto. In accordo con il gruppo e con il resto dell’opposizione, l’abbiamo sottoscritta. E lo farei ancora, senza problemi. Essere dei Cinque Stelle significa essere rivoluzionari ma non in maniera violenta. Certi atti devono essere condannati senza dubbio. Altrimenti, fino a dove siamo disposti a tollerare?».

Lei in consiglio comunale aveva però parlato anche di alcuni messaggi comparsi su un gruppo di Facebook che inneggiavano a Pizzo. E ha definito queste persone ‘decerebrati’.

«E’ vero. Ma non mi riferivo a tutto il gruppo dove, fra l’altro, ci sono anche io e ho tanti amici. Parlavo, ovviamente, di una minoranza. Una minoranza che, quotidianamente, sparge odio e razzismo. Quello che ho dovuto personalmente subire è la dimostrazione pratica che avevo ragione. Incitare alla violenza, porta altra violenza».

Ha paura?

«Questi avvenimenti mettono apprensione. Sono una mamma. Ho un bambino piccolo. Ma se credono di fermarmi o di farmi stare zitta, si sbagliano».

Ha sporto denuncia?

«Lo farò. Intanto però mi ha contattato il sindaco per esprimermi la sua solidarietà».

Che cosa l’ha offesa di più?

«Hanno costruito dei fotomontaggi con il mio volto invitandomi ad indossare il burka. Hanno scritto che mi sono venduta al Pd. E mi hanno detto di tutto. E questo solo perché ho votato una mozione dove si condanna la violenza. E poi...».

Che cosa?

«La certezza di sapere che ci sono persone che sono riuscite a sapere dove abito, pur essendomi trasferita da poco e per poco tempo, è spiacevole. Così come sapere che c’è chi ha il mio numero di telefono privato e lo usa per chiamate anonime».

Non le sembra strano che una Grillina possa condannare la rete?

«Stare in rete non dà licenza di uccidere. Significa comunicare e discutere, non vomitare offese». Che cosa risponde a chi l’attacca? «Che se ne faccia una ragione. A Pontedera nessuno, né della maggioranza né dell’opposizione, rappresenta questa minoranza violenta».