"Chi vive nel cuore, non muore": il pianto degli amici di Martina

Oggi nuovi esami. Domani o lunedì i funerali LA MORTE DI MARTINA: DOMANI L'AUTOPSIA SUL CORPO / LA FUGA RIPRESA DALLE TELECAMERE / LE RICERCHE ANDATE A VUOTO: VIDEO

Martina Del Giacco era scappata di casa il 9 novembre scorso

Martina Del Giacco era scappata di casa il 9 novembre scorso

Pontedera, 21 novembre 2014 - «NON muore mai chi vive nel cuore di chi resta». Queste parole, cariche d’affetto, arrivate ieri nella pagina Facebook del gruppo «Per trovare Martina del Giacco», la 16enne scomparsa da casa domenica 9 novembre e, purtroppo, ritrovata cadavere in Arno martedì scorso, dopo giorni di ricerche imponenti, il territorio battuto palmo a palmo, setacciato in ogni angolo, una vera e propria corsa disperata anche contro il maltempo pur di ritrovare la ragazzina.

IERI sono stati svolti i primi accertamenti anatomo patologici sul corpo della ragazza con l’ausilio di strumentazioni (Tac). Oggi il medico legale dovrebbe procedere con l’ispezione della salma. Accertamenti scrupolosi volti a fugare ogni dubbio sulle cause della morte. Difficile dire quando i resti della ragazza saranno riconsegnati alla famiglia per le esequie: potrebbe essere domani, o anche lunedì. Per l’ultimo saluto a questa ragazza la cui fuga da casa ha tenuto tutta la comunità – ma anche l’Italia – con il fiato sospeso e con la speranza, è stato, pare, comunque deciso un percorso di massima: prima dovrebbe essere portata a casa, all’abbraccio stretto dei genitori e dei parenti, un momento riservato, doveroso, dopo tanti giorni di esposizione mediatica e di dolore. Quindi sarebbe trasferita nella chiesa di Fornacette, una piccola comunità sconvolta da questa vicenda, perché tutti conoscevano Martina e conoscono i familiari, due persone stimate e apprezzate. A Fornacette, se non ci saranno cambiamenti di programma, sarà celebrato il rito funebre ma, come già ufficiosamente reso noto, la salma sarà tumulata a Castelfranco di sotto insieme a quella del nonno.

QUELLA potrebbe essere dunque l’ultima dimora di Martina dopo che si è suicidata – resta questa l’ipotesi più probabile – gettandosi nelle acque gelide dell’Arno insieme ai suoi tormenti, quelli sui quali tutti quelli che le hanno voluto bene, in questi giorni drammatici, si sono logorati e interrogati. Tanti perché che restano comunque importanti, ma non quanto il fatto che la comunità trovi il desiderio e la forza di stare vicino, con coraggio, ad una mamma e ad un babbo che hanno perso la cosa più preziosa. La morte dei figli a qualsiasi età e da qualsiasi circostanza sia dipesa è uno dei colpi più crudeli che la vita può infliggere: un viaggio attraverso il dolore molto lungo, buio, difficile. L’affetto che riceveranno sarà energia per ritrovare un sorriso.