Giovedì 18 Aprile 2024

Trincea patacca

Poi ci si chiede perché spesso, non sempre, vinca la malavita organizzata. Semplice: perché loro sono organizzati, mentre noi pensiamo che l’argine contro il crimine sia l’antimafia di Rosy Bindi o Telejato di Pino Maniaci. Presunto eroe della resistenza, ora assurto al rango meno nobile di estorsore. In cui la scarsa nobiltà risiede sia nel reato contestato sia nell’entità delle cifre estorte: 466 euro! Via Pino, va bene passare dalla denuncia giornalistica al divieto di residenza, ma potevi farlo per qualche dollaro in più. Detto questo, due considerazioni. Primo. Che abbiano un loro potere certi piccoli ras dell’informazione locale, soprattutto al Sud, è cosa nota e certa. Che sia spesso sottile il confine tra il delirio di onnipotenza di un Maniaci che gira per le stanze dei sindaci armato del suo Tg e un comportamento che può sconfinare nel reato, è altrettanto evidente. Quindi, se permettete, sarà un po’ il cognome, un po’ la faccia, un po’ questo piccolo mondo antico dove le mazzette sono di 100 euro, e le pressioni mirano a un contrattino per l’amante, il cui marito ha provveduto a bruciare l’auto e uccidere i cani del giornalista in stile mafioso, da cui il Maniaci baluardo della legalità; sarà tutto questo, ma certo non viviamo una delle pagine più scottanti della guerra Stato-Cosa Nostra. Semmai un pensiero va all’indagato, che ha scelto Ingroia come legale: ne ha acchiappate talmente poche nelle sue vite precedenti, che il povero Manciaci non solo non potrà più risiedere a Trapani e Palermo, ma rischia il 41 bis per una colazione al bar. Seconda osservazione.    Queste vicende da avanspettacolo nulla hanno a che vedere con la vera lotta alla vera mafia. Che continua (speriamo) più di quanto Di Girolamo dice. Sapendo che non la fanno le commissioni parlamentari, i bla bla retorici o i famigliari delle vittime in cerca di gloria. Neppure il disco oramai inceppato di Saviano. Una lotta che sta fuori dalle cerimonie ufficiali, che vive del lavoro di giornalisti seri, di poliziotti, carabinieri e magistrati. Una lotta uscita dai confini storici, combattuta in questa grande Gomorra in cui si è trasformata l’Italia. Se Maniaci ha sbagliato, insomma, è bene che paghi. Ma cerchiamo di non sbagliarci più. Né quando beatifichiamo qualcuno sulla parola né ora che l’ex icona è sotto accusa per qualche frase da spaccone. E quattro soldi da scroccone.