Il futuro della Fondazione "Lotti" è in mano al Comune

Gli altri eredi (Curia, Carismi e Fondazione Crsm) hanno rinunciato al lascito: in campo la Regione Toscana

Luca Macchi a casa Lotti

Luca Macchi a casa Lotti

San Miniato, 22 luglio 2016 - E' crto che la Fondazione «Dilvo Lotti» si farà. Il sindaco Vittorio Gabbanini ha già fatto cambiare le chiavi al portoncino di via Paolo Maioli 22, casa-museo del pittore e storico morto nell’aprile del 2009. Ora il municipio è l’unico soggetto ad aver l’esclusiva e piena disponibilità dell’immobile con tutto quello che c’è dentro: un archivio prezioso e imponente, decine e decine di opere d’arte tra incisioni, acquarelli, oli su tela, sculture, bozzetti. Tutto è rimasto intatto come nell’autunno scorso l’ha lasciato la vedova Lotti, Giuseppina, morta improvvisamente dopo essere stata per sei anni custode di un «mondo» dove sono conservate pagine importanti dell’arte e della cultura italiana del ’900 (anche opere di Almirante, Annigoni, Guttuso) ed i capitoli principali della storia di San Miniato.  Gli altri tre eredi, la Cassa di Risparmio di San Miniato Spa, la Curia vescovile e la Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato, ha diverso titolo e per diversi motivi, hanno inviato i loro rappresentanti legali dal notaio per sottoscrivere la rinuncia all’eredità. Una decisione pensata e vagliata a lungo, cinque anni almeno, quella in cui Geppina ha cercato di far muovere i primi passi a quella che è una volontà testamentaria del marito e che lei stessa – non avendo visto concretizzarsi alcunché – ha ribadito nel proprio testamento: la casa con tutto quello che c’è dentro deve restare patrimonio della loro San Miniato, purché sappia farne tesoro e valorizzarla, mettendola a disposizione del turismo ma soprattutto degli studiosi e dei giovani artisti. Quali scenari si aprono? «Ho chiesto aiuto alla Regione – dice il sindaco Vittorio Gabbanini – perché sostenga il Comune in quest’avventura in cui crediamo con forza e determinazione. La banca da una parte e la Fondazione dall’altra mi hanno garantito che non faranno mancare il loro sostegno economico e le ho invitate, nei giorni scorsi, a quantificarlo e ufficializzarlo in modo da potersi attivare celermente». «Questa casa e questo archivio di opere, lettere, volumi e ricerche – dice Luca Macchi (nella foto sopra nel nostro viaggio ieri in casa di Dilvo), il pittore che più di tutti negli ultimi anni è stato vicino a Lotti – sono una risorsa preziosa della città che potrà farne ragione di straordinaria promozione e valorizzazione. Speriamo che la Fondazione possa velocemente muovere i primi passi». «Ma la casa museo – come spiega il dirigente comunale Nino Bova – dovrà subire alcuni adeguamenti prima di essere fruita dal pubblico».