Venerdì 19 Aprile 2024

"Digitale" è bello. Ma costa caro

Il direttore de "La Nazione" Marcello Mancini risponde ai lettori

L'editorialista de La Nazione Marcello Mancini

L'editorialista de La Nazione Marcello Mancini

Firenze, 26 novembre 2014 - IL "DIGITALE" è dovunque, riempie la nostra vita e dovrebbe risolverci i problemi. L’ora del digitale scatta anche nella giustizia, con l’obiettivo di risparmiare tempi e costi. Tribunali e Corti d’appello devono adeguarsi: se il sistema funzionasse, si risparmierebbe davvero tanto. Ma i tempi sono lunghi. Riusciremo a velocizzarci o solo parole? Nello Paglia, Massa

 

IL DIGITALE, caro Nello, ha anche un costo non banale. Lo dico perché in certe situazioni economiche può non essere così inevitabile il passaggio informatico. Se lei pensa che la macchina dello Stato (forze dell’ordine, magistratura) spesso lamenta la mancanza di soldi, così grave da impedire di comprare la carta per gli uffici e la benzina per le auto, si può capire che l’acquisto di un programma adeguato vada al rallentatore. Poi, certo, subentra anche l’ingorgo burocratico a intasare una trasformazione radicale dettata dai tempi. L’amministrazione della giustizia avrebbe bisogno di una spinta per velocizzare il percorso delle pratiche anche perché, a conti fatti, una maggiore informatizzazione farebbe risparmiare soldi e personale. Purtroppo siamo un Paese vecchio, con gli ingranaggi arrugginiti e provare a farli funzionare non è un’impresa da poco. Servono aria nuova negli uffici, meno scartoffie e più computer d’avanguardia. Il cambiamento costa e da noi ha il passo lento. Investire sul coraggio è l’unica ricetta : da lì bisogna cominciare.