"Le favole esistono e io ne ho le prove". Nozze per Ursula dopo tante battaglie

La madre di tre gemelli, uno dei quali disabile, ringrazia gli amici

 Gli sposi Ursula Steinhauser e Stefano Marianelli (Immagini gentilmente concesse da Foto Tintori)

Gli sposi Ursula Steinhauser e Stefano Marianelli (Immagini gentilmente concesse da Foto Tintori)

Pontedera, 30 luglio 2014 - MATRIMONIO da favola per Ursula Steinhauser. «Dicono che le favole non esistono, non è vero! Io la mia l’ho vissuta». Con queste parole Ursula descrive la cerimonia che si è svolta lo scorso 19 luglio a villa Crastan. «È stato un sogno che è diventato realtà, dopo tutte le difficoltà che abbiamo affrontato è stato come chiudere un cerchio e iniziare una nuova vita». Simone Millozzi, sindaco di Pontedera, ha presieduto il matrimonio civile commuovendo gli invitati con la lettura di una poesia dedicata alla vita di Ursula e Stefano Marianelli.

«IO E STEFANO — aggiunge la neosposa — vogliamo ringraziare tutti coloro che hanno reso il nostro sogno realtà, a partire dal sindaco e da tutto il Comune di Pontedera che ci ha sempre sostenuto, dall’ambasciatrice d’Austria che mi ha fatto da testimone, alle damigelle capitanate da Valentina, ai medici che ci hanno aiutato ancora una volta regalandoci il viaggio di nozze, il ristorante il Cigno Nero di Bientina che ci ha accolto come delle star e, infine, tutti coloro che ci sono stati vicini». Vestito da principessa, tappeto rosso, più di cento invitati e location storica nella villa Crastan; gli elementi per un matrimonio da favola c’erano tutti, ma a rendere speciale il giorno di Ursula e Stefano è la loro grande storia d’amore. L’affetto della città di Pontedera lo conoscevano già molto bene i due sposini.

UNA VITA DIFFICILE quella di Ursula, austriaca di nascita e italiana d’adozione, da quando si è trasferita nel capoluogo della Valdera per amore. La vita ha riservato a Ursula diverse sorprese, alcune terribili, ma la sua forza di volontà ha reso possibile un lieto fine impensabile. Rimasta da sola con tre figli ha dovuto superare la difficile operazione del più piccolo dei suoi tre gemelli, Valente. Un’operazione lunga e complessa che ha salvato Valente dallo schiacciamento degli organi interni a causa di un ripiegamento su stessa della colonna vertebrale. Alle condizioni di salute instabili del figlio si è aggiunta negli anni la precaria condizione economica della madre. In tutte le difficoltà la cittadinanza di Pontedera è sempre stata d’aiuto alla donna che ha cercato con tutte le sue forze di non far mancare niente ai suoi tre bambini. Le associazioni, il Comune, i vicini di casa e i tanti conoscenti hanno contribuito a far sentire a casa questa madre-coraggio dal sangue austriaco. Per questo la festa del 19 non è stata una festa privata, di famiglia, ma ha coinvolto da vicino chi quella famiglia ha visto e aiutato a crescere. Una festa della cittadinanza che segna un lieto fine nella vicenda di Ursula e del piccolo Valente. «Il prossimo sabato — conclude la donna — organizzeremo un rinfresco per ringraziare tutti coloro che ci sono stati vicino; anche se non riuscirò mai a ringraziarli abbastanza».