La Fiom dice no alla mobilità

Smentita la voce che circolava in azienda alla vigilia delle ferie

Piaggio (Foto di repertorio)

Piaggio (Foto di repertorio)

Pontedera, 20 agosto 2014 - «NIENTE MOBILITÀ». La Fiom è contro questa ipotesi, che comunque non ha proposto alla Piaggio, come non l’hanno proposta gli altri sindacati, mentre già alla vigilia delle ferie la voce su una nuova mobilità si era intensificata. Voce che tornerà a farsi sentire al rientro in fabbrica, peraltro già iniziato per gli impiegati e che vedrà una prima ondata di operai lunedì prossimo. Sarebbe una mobilità prepensionistica

«NOI VORREMMO invece sollecitare l’azienda — dice la Fiom — non all’utilizzo di un ammortizzatore sociale rispetto a un altro ma soprattutto alla reinternalizzazione di alcune lavorazioni e a un rinnovato e concreto interessamento verso l’indotto locale... Nell’incontro con le istituzioni pontederesi e della Valdera — aggiunge la Fiom — abbiamo parlato soprattutto delle crescenti difficoltà dell’indotto. Si è parlato anche della Piaggio ma solo e soltanto per ribadire che le istituzioni devono chiedere conto all’azienda della disponibilità dichiarata (dal presidente Colaninno; ndr) per una rinnovata valorizzazione delle ditte fornitrici locali

«NON C'E' niente di ufficiale — dice Benedetto Benedetti, segretario provinciale della Uilm — e pur se nella discussione che ci aspetta dopo le ferie potrebbe entrare anche il discorso su nuovi prepensionamenti, non è questo il dato importante. E’ importante — prosegue il segretario della Uilm — che l’azienda si impegni davvero per valorizzare l’indotto, come ha fatto capire, e che modifichi e rilanci le strategie produttive a Pontedera. Mentre invece siamo al punto che nelle meccaniche i lavoratori dovranno imparare il cinese o il vietnamita perche i cassoni di componenti e motori che arrivano dall’Asia sono sempre di più».

«CREDO CHE la voce sulla mobilità — aggiunge Benedetti — sia uscita dall’ambiente operaio, dove qualcuno, come succede sempre e ancor più in periodi neri come questo, aspira ad assicurarsi la pensione uscendo anticipatamente dal lavoro. Ma il discorso è un altro ed è quello, ripeto, di salvare posti di lavoro, non perderli». 

TRE ANNI fa uscirono in 300 fra operai e impiegati, e gli ultimi stanno conquistando la pensione dopo tante incertezze causate dal famoso problema sollevato dalla ministra Fornero che rese pubblica la mancanza di copertura. A dicembre — spiega ancora Benedetti — scadrà quel periodo di mobilità ed ecco perchè ci sono queste voci in giro. Ma il sindacato, noi del sindacato, non vogliamo perdere posti e c’è il problema, anzi, di far diventare a full time e 250 part time che da tempo aspettano. La discussione deve essere ampia e partire dalla volontà dell’azienda di rafforzare l’occupazione».