L’ex sindaco di Montescudaio scrive un libro. Il comune paga

Prelievo forzoso dalle casse cittadine per estinguere il debito personale

Aurelio Pellegrini ex sindaco di Montescudaio

Aurelio Pellegrini ex sindaco di Montescudaio

Montescudaio, 2 ottobre 2014 - PIÙ di settemila euro pignorati alle casse del Comune di Montescudaio. Soldi prelevati forzatamente per un mancato pagamento nei confronti di una casa editrice per un testo pubblicato e per un conto mai saldato. Non stiamo parlando di un volume qualunque, ma di uno scritto uscito dalla penna dell’ex primo cittadino Aurelio Pellegrini. Il bubbone è esploso due giorni fa durante l’ultima assise comunale, quando l’amministrazione guidata dal nuovo sindaco Simona Fedeli ha dovuto correre ai ripari con una variazione di bilancio, considerato l’ammanco di cassa per il debito maturato con la casa editrice.

Nel 2010 l’allora sindaco Pellegrini incarica la Felici Editore Artigrafiche per avviare la pubblicazione del volume «La fiammata rossa. Montescudaio 1919-1923», scritto dallo stesso Pellegrini ed al quale la società editrice sottopone un preventivo regolarmente approvato. Si arriva al sodo, con la pubblicazione di mille copie. Il lavoro viene consegnato al Comune committente «per conto del quale — si legge in un documento— aveva agito Pellegrini in qualità di sindaco», ma la società resta creditrice per 4.500 euro. Soldi riportati su una fattura del 29 dicembre 2010. Ma il debito resta insoluto, nonostante la scadenza di pagamento.

La società editrice si affida così ad uno studio legale, che fa scattare una sequela di solleciti di pagamento. Ma da Montescudaio continua a non arrivare neppure un euro. Non resta dunque che appellarsi al Giudice di Pace di Pisa che il 18 gennaio 2013 fa scattare l’ingiunzione di pagamento. La sentenza parla chiaro: il Comune, nella persona del sindaco Pellegrini, deve ripianare il debito con la società editrice di 4.500 entro 40 giorni dalla notifica dell’atto. Si arriva dunque al 2014, con il debito ancora da saldare. La questione finisce di fronte al Tribunale di Livorno e sul conto del Comune, a maggio, vengono pignorati 7.640 mila euro (la cifra, considerato il mancato pagamento della fattura, è lievitata di oltre 3000 euro). E l’amministrazione Fedeli, ha dovuto, giocoforza, ripiegare su una variazione di bilancio.