Lunedì 15 Aprile 2024

L’amica racconta: "Nel nome di Martina sono rinata"

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Asia ricorda la sua amica Martina

Asia ricorda la sua amica Martina

Pontedera, 12 dicembre 2014 - Asia ha un sorriso dolce, appena un po’ timido. E quando racconta ciò che ha passato nelle ultime settimane lo fa con un riserbo che quasi sembra di violare. Lei ha appena 17 anni ed era una grande amica di Martina. Tanto che, quando la sua compagna ha compiuto l’estremo gesto, il mondo le è precipitato addosso. Si è chiusa in se stessa e ha lasciato anche la scuola. Poi però ha reagito e ha trovato la forza di raccontarlo: «E oggi – dice – mi sento di dire ai ragazzi che sono in difficoltà e si sentono esclusi che è possibile uscirne».

Asia, raccontaci: che cosa ti legava a Martina Del Giacco?

«In comune avevamo tanto. I gusti musicali e la passione per il Giappone in primis. Ma anche il nostro background, per certi versi, era simile. Entrambe spesso ci siamo sentite non accettate dagli altri».

In che senso?

«Quando ero più piccola in tanti mi prendevano in giro. E so che anche Martina, qualche tempo prima, aveva avuto gli stessi problemi. Nel cuore si formano cicatrici che restano e che ci hanno avvicinato. Nell’ultimo periodo, con Martina uscivamo spesso insieme».

Hai partecipato anche tu alle ricerche?

«Sì. L’ho cercata per tutta Pisa. Poi, quando è stato chiaro che cosa era realmente successo, è come se si fosse spenta la luce».

Perché?

«Mi sono chiusa in me stessa. Sono sprofondata in una depressione terribile. Ho vissuto giorni difficili. Pensa...».

Che cosa?

«Che ho smesso perfino di andare a scuola. Anch’io, come Martina, frequentavo l’alberghiero. E la scuola senza di lei mi sembrava vuota. Mi sono sentita di nuovo emarginata e sola. Così non avevo più neppure il coraggio di tornare in classe».

Come hai superato questo momento?

«Una persona che non lo ha vissuto, non può capire come si sta male. Poi ho ripensato a Martina e ho pensato a tutte le persone che mi volevano bene. I genitori, le zie e i parenti mi sono stati vicini. Mi hanno dato forza. E ora sono pronta a ritornare a sperare, a vivere».

Perché hai deciso di raccontare questa storia d’accordo con i tuoi genitori?

«Perché spero che possa essere di aiuto a tanti ragazzi. E perché ricordare Martina, una ragazza speciale, credo che sia un modo giusto per salutarla. E guardi, alla fine del tunnel c’è una luce».

Quale? 

«Oggi (ieri per chi legge ndr.) quando sono tornata in classe, i miei compagni mi hanno fatto una sorta di festa. E’ stato un momento speciale"