Il comitato di protesta contro il parco eolico alza il tiro

Cresce la battaglia del vento «Siamo pronti alle vie legali»

Comitato “Poggio alla Nebbia - No all'eolico selvaggio”

Comitato “Poggio alla Nebbia - No all'eolico selvaggio”

Chianni, 10 ottobre 2014 - Battaglia a tutto campo contro le pale eoliche di Chianni che, secondo il comitato di protesta e tutela del paesaggio, avrebbero riflessi negativi su un territorio ben più ampio rispetto a Chianni, creando disagi e non solo tra Lari, Fauglia, Lajatico, Terricciola e anche oltre. Il Comitato Poggio alla Nebbia cresce di numero e determinazione: ha un sito, supera le 40 adesioni, nasce in un Comune dove la stessa nuova amministrazione comunale è decisa e determinata a fermare passibile avanzata delle torre che producono energia dal vento. La ragioni? Tantissime. E le hanno spiegate a fondo nella partecipata riunione di giovedì sera i rappresentati del direttivo del comitato guidato da Eric Perrone. 

Un comitato che ha pronta una grande campagna di sensibilizzazione, che sarà presente anche alle sagre della Valdera a partire da quelle della castagna di Rivalto, una delle zone più «minacciate» dalle pale eoliche. «Noi del comitato ci ritroveremo a ritmo serrato per informare la popolazione di Chianni, ma soprattutto tutti i paesi limitrofi, il vero impatto sarà devastante per la Lajatico, Terricciola, Lari, Casciana Terme, Santa Luce e Castellina Marittima — spiegano — Tutti Comuni a spiccato orientamento turistico, ambientale e faunistico. Ce la possiamo fare a fermare la maxi operazione delle gigantesche torri: ci sono altre realtà che sono riuscitete a stoppare progetti selvaggi sull’eolico come Firenzuola e il Brennero». Secondo il comitato di protesta con la realizzazione di quest’ impianto in aggiunta ai precedenti già installati nel Monte Vitalba e nel Comune di Santa Luce, il Comune di Chianni verrebbe a perdere totalmente le sue originarie caratteristiche paesaggistiche, «con un danno irrecuperabile a chi ha scelto di vivere in queste zone, a chi ha osato investire proprio per certe condizioni che si vedrebbero mutate ed in generale al settore economico turistico ed agrituristico locale». 

I paesi di Chianni e Rivalto, secondo il comitato, perderebbero la loro connotazione di borghi agricoli. Ma una delle ragioni cardine — il comitato si sta facendo assistere da uno avvocato e darà battaglia legale — è che il progetto manca completamente di una valutazione dell’impatto cumulativo con gli impianti precedenti sia dal punto di vista dell’impatto paesaggistico, sia dal punto di vista della tutela della fauna: gli impianti, in aggiunta ai precedenti, costituirebbero, tra l’altro, una vera e propria “barriera” nelle rotte migratorie dell’avifauna in entrata dal mare, con l’aggravante di essere posti proprio al limite dell’Oasi Naturale di Santa Luce». Importante secondo il comitato anche l’impatto del rumore. Specie per qualche abitazione che sarebbe ad un chilometro esatto dalle pale.